Ma dopo una prima, sommaria ricostruzione dei fatti con i lavoratori — sia quelli coinvolti sia quelli estranei alle contestazioni — è partita una contro-indagine sindacale. Come dimostra l’accumulo di prodotti Ikea nei sotterranei della camera del lavoro di corso di Porta Vittoria, Massimo Cuomo e altri funzionari e delegati della Filcams Cgil si sono finti buoni clienti dell’«angolo occasioni» in cerca di alcune informazioni. Una su tutte: quella delle etichette fittizie per i prodotti in offerta speciale non è una trovata dei lavoratori ma una prassi disposta dall’azienda. «La chiamano procedura “four article” — spiega Cuomo — ma oltre a questa procedura e dai documenti raccolti si evince che in quel reparto l’azienda indica ai lavoratori che si può “prezzare” anche con codici di prodotti diversi».
In sostanza venivano stampate le etichette di alcuni articoli a basso costo da applicare come prezzo scontato ai prodotti destinati alla svendita. Così una mensola si ritrova il codice a barre di un bicchiere, uno strofinaccio e un portadocumenti hanno l’etichetta di una fodera, un vaso viene battuto al prezzo di un cuscino e l’anta di un armadio come uno specchio. Ed è esattamente così che i sindacalisti, nelle ultime settimane, hanno potuto fare i loro acquisti.
«Stiamo facendo questo lavoro con l’obiettivo di far emergere la verità — osserva Massimo Cuomo — perché tante cose non si spiegano con gli elementi acquisiti finora. Siamo di fronte a sanzioni pesanti che colpiscono lavoratori che hanno servito quest’azienda per oltre vent’anni. L’azienda — aggiunge il sindacalista — ha revocato questo sistema di prezzatura per qualche mese e poi lo ha reintrodotto; in mezzo ci sono stati i licenziamenti e le sospensioni di lavoratori con anzianità alta. L’auspicio — conclude Cuomo — è che questa modalità operativa non abbia nulla a che fare con il piano di riduzione del personale annunciato da Ikea». L’azienda replica sottolineando che il sindacato «ben conosce la gravità dei fatti contestati e la meticolosità degli accertamenti» e che «le disposizioni che regolano la prezzatura dei propri prodotti sono chiarissime e non si prestano ad alcun equivoco o a pratiche poco trasparenti». Quindi ricorda che «i comportamenti inaccettabili oggetto di contestazione sono avvenuti nel solo store di Corsico e sono circoscritti a un solo reparto di vendita».
Qualcosa dovrà dire l’inchiesta penale avviata sulla base delle denunce della stessa Ikea. Intanto a Corsico, dopo un’assemblea in cui è stata espressa solidarietà unanime ai colleghi colpiti da licenziamenti e provvedimenti disciplinari, i lavoratori hanno prima dichiarato lo stato di agitazione e — proprio ieri — proclamato sciopero di due giorni per oggi e domani, con presidio e assemblea davanti al punto vendita.
Giampiero Rossi, Corriere.it