Uno smartphone su tre in Europa è cinese. E arrivano i modelli da 140 euro

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Gli ultimi dati Canalys sul mercato degli smartphone in Europa nel 2018 contengono diversi segnali interessanti. Nell’ultimo anno in Europa si sono solo sfiorati i 200 milioni di unità vendute, con un decremento rispetto all’anno precedente del 4%. Samsung e Apple a parte, i due leader che hanno perso quote di mercato, è apoteosi per i brand cinesi, come Huawei e Xiaomi.

Ma, se l’Europa ha perso soltanto il 4% di vendite, il merito è dell’Europa dell’Est e Centrale – con interessante eccezione della Russia che segna un +14% -. Questi Paesi, con un +5%, compensano il -8% dell’Europa Occidentale, un mercato che vale quasi 130 milioni di pezzi, il doppio del resto dell’Europa.

In Italia e in Spagna la minima crescita è stata mantenuta solo grazie alle “particolarità” del mercato: vendita quasi a margini inesistenti tramite operatori telefonici e Grande Distribuzione Organizzata.

Spulciando i dati, però, ci si rende conto che è possibile che qualcosa cambi presto. Per esempio che i consumatori scelgano sempre più Amazon e i siti dei produttori per comprare il proprio smartphone e che le strategie aggressive dei brand cinesi continuino a macinare crescita di mercato.

In Europa +20% per le vendite di telefoni a basso prezzo

Gli elementi più interessanti che emergono dai dati Canalys, però, sono due: uno smartphone su tre venduto in Europa è cinese (Samsung è coreana) e le vendite degli smartphone compresi nella fascia di prezzo tra i 200 e i 350 dollari sono cresciute di ben il 20% in Europa Occidentale.

È facile che il trend si ripeta anche nel 2019: telefoni cinesi a prezzi decisamente più abbordabili. E questo senza scendere a compromessi sulla qualità. Gli smartphone cinesi, infatti, hanno dimostrato più volte di non temere rivali, in qualità e design, e grazie alle loro economie di scala, possono competere a un prezzo inferiore.

Ulteriori elementi di conferma che la Cina ha trovato l’America in Europa sono la mancanza di dazi, la facilità di trasporto e, in alcune regioni, mercati non ancora saturi ma con capacità di spesa pro capite limitata. Inoltre, se è vero che i brand guardano con piacere al mercato degli smartphone rigenerati, è anche vero che questo comparto riguarda solo smartphone da 600 euro in su.

Un esempio: il RealMe 3 ora disponibile solo in India

Prendiamo Oppo, anzi prendiamo RealMe. La cinese Oppo è il quarto produttore mondiale di telefonia. Ma Oppo è all’interno del gruppo BBK, che comprende anche i marchi Vivo, OnePlus e RealMe e, se dovessimo fare i conti, BBK sarebbe una potenza mondiale al pari di Samsung.

Nonostante condividano ancora molte risorse, Oppo, Vivo, OnePlus e RealMe oggi si considerano brand distinti, anche per aggredire mercati distinti. Il brand RealMe, per esempio, si è ufficialmente disgiunto dal brand Oppo il 30 luglio 2018 e si è focalizzato su India e, a seguire, tutta la penisola del SudEst Asiatico, che vale circa 100 milioni di unità. Se gli sommiamo i circa 140 milioni di smartphone venduti in India, arriviamo a 240 milioni di unità complessive, più di tutto il mercato europeo.

Da maggio 2018 in un mese e mezzo RealMe ha venduto 10mila pezzi al giorno del suo primo smartphone, il RealMe 1. Oggi siamo al lancio del RealMe 3 e l’azienda in India è al quarto posto, sopra la stessa Oppo.

Un ottimo smartphone a 140 euro? Possibile, tramite Amazon

Il RealMe 3 è un ottimo smartphone da 140 euro circa “proud to be young” come dice lo slogan, ovvero rivolto ai giovani.

Ottimo è il giudizio unanime delle riviste, indiane e non, che l’hanno provato. Ha un sensore per l’impronta digitale, uno schermo LCD da 6,22 pollici con notch, una camera principale da 13 megapixel, una secondaria da 2 megapixel, una batteria da 4,230 mAh dalla buona autonomia, processore MediaTek Helio P60, 4 Gb di Ram e 32 Gb di spazio di archiviazione.

140 euro. Solo 140 euro per uno smartphone che, certo, non è un top di gamma, ma fa egregiamente il suo dovere a un prezzo estremamente competitivo.

Arriverà mai in Italia? Forse, non abbiamo conferme ufficiali, ma è molto probabile che l’avanzata dei brand cinesi dal Sud Est asiatico e dall’India si sposti verso Occidente, aggredendo prima l’Europa Orientale e Centrale. I canali di distribuzione? Amazon e l’online su tutti, addio operatori di telefonia e Gdo.

Valerio Mariani, Business Insider Italia