Economia torinese, la ripresa è lontana

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La ripresa dell’economia torinese è sempre più lontana. Il sistema imprenditoriale, dicono i numeri della Camera di Commercio, si contrae per l’ottavo anno consecutivo: nel 2018 la provincia ha perso quasi 1600 aziende. Una «situazione preoccupante» spiega il presidente Vincenzo Ilotte, soprattutto perché le prospettive sono scoraggianti: tra le nuove attività appena la metà riesce ad arrivare ai cinque anni di vita e, prosegue Ilotte, ad inquietare “particolarmente é il continuo calo delle imprese under 35, che valgono solo il 9,5 per cento del totale, e il nuovo stop delle attività femminile, che nel 2017 sembravano ripartire”.

I dati
La fotografia della Camera di Commercio é impietosa. Il tasso di crescita é pari a –0,31 per cento, simile al valore del 2014, che era stato il peggiore degli ultimi 10 anni. Tornano ad aumentare le cessazioni ma nel contempo scendono ancora le nuove iscrizioni (solo 13.352). Tutte le aree della provincia hanno fatto segnare un passo indietro rispetto al 2017: in netta contrazione il Canavese e la Valle di Susa mentre solo Torino città si mantiene di poco in positivo con un flebile + 0,15 per cento.

Così i settori
Prendendo in esame i diversi settori, tengono i servizi alla persona, il turismo e i servizi alle imprese. Segno meno per commercio, industria, agricoltura e costruzioni. “Tutto questo – dice Ilotte- crea anche problemi di legalità perché le imprese sono presidi sul territorio. I negozi aperti rendono sicura la città, penso a quanto successo ai Murazzi dopo la chiusura e, in senso contrario, a San Salvario”. Un contributo può arrivare dagli stranieri: le imprese gestite dagli immigrati crescono del 3,22 per cento. “Questo ci dice che c’è bisogno di una integrazione sempre maggiore- conclude Ilotte-. Penso al quartiere di Mirafiori, che ha chiuso le porte e pian piano sta morendo. É un problema importante su cui riflettere”.

Giuseppe Bottero, La Stampa