Nell’Iran sotto le nuove sanzioni di Trump iniziano a scarseggiare le medicine. Non ci sono più medicine, nelle farmacie e neppure negli ospedali. A dirlo è un lungo reportage di CNN che racconta la situazione dell’Iran, Paese che, dallo scorso maggio, è di nuovo sotto sanzioni USA. Benchè, almeno invia ufficiale, l’embargo voluto da Trump si limiti ai rapporti commerciali e escluda i beni umanitari, come cibo, medicine e strumenti chirurgici, di fatto la carenza di beni di prima necessità ha colpito le famiglie in tutto il paese. In due modi. Il primo, indiretto: tutto costa più caro, spropositatamente più caro, e quindi anche le cure ospedaliere hanno raggiunto un costo proibitivo. Il secondo, diretto: le banche europee sono riluttanti a fare affari con società iraniane, per timore di una rivalsa americana. Così le compagnie mediche iraniane hanno dovuto ricorrere a carissimi intermediari per garantire le forniture mediche, cosa che le ha fatte enormemente salire di prezzo rendendo, di fatto, alcune terapie, pur fondamentali e diffuse (come la chemio), del tutto inaffrontabili dal punto di vista economico. Non solo: benché sia possibile (perché ci sono gli impianti e la tecnologia) produrre i medicinali anche in Iran, non ci sono le materie prime e i principi attivi necessari, per cui si è al punto di partenza.
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