Inter, caso Icardi: la mossa di Marotta contro i clan

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Da Wanda ad Handa, l’Inter si è svegliata col sorriso. La decisione della società di trasferire la fascia da capitano dal braccio del capriccioso Icardi, cioè dalla moglie-procuratrice Wanda Nara (che secondo la vulgata assai veritiera ne pilota ogni mossa) al portiere Handanovic, uno che ha 34 anni e i capricci non li ha mai fatti, è stata vissuta con palpabile sollievo dalla squadra. Nel lussuoso albergo di Vienna che la ospita, la maggioranza del gruppo non ha nascosto di avere gradito la decisione di Marotta e Spalletti. E l’assenza del centravanti, per la sua scelta forte di ammutinarsi, non partecipando alla trasferta sebbene convocato, non ha causato nostalgia. Il disagio per le continue esternazioni di Wanda Nara, non soltanto sul tema del rinnovo del contratto del marito ma anche su alcuni suoi compagni di squadra, era ormai impossibile da nascondere. Filtravano ormai quotidianamente all’esterno le voci sulle tensioni tra giocatori: la più recente, quella su un duro confronto tra Perisic e l’ormai ex capitano. L’amministratore delegato ha dunque optato per la decisione drastica, d’accordo con l’allenatore e col presidente Zhang. La frase che riassume la situazione verrà presto ufficializzata nelle prossime ore: “Non si poteva continuare così”. Icardi stamattina si è allenato alla Pinetina con gli altri giocatori che non hanno partecipato alla trasferta europea.

MAROTTA, MOSSA CONTRO I CLAN

La clamorosa presa di posizione dell’Inter è stata accolta favorevolmente: sia a livello mediatico sia tra gli addetti ai lavori, che a partire da un allenatore pluridecorato come Capello, il duro per antonomasia. Tutti la vedono come la necessaria riaffermazione del potere del club rispetto a qualunque fonte esterna di destabilizzazione e di pressioni indebite: nello specifico gli agenti meno “ortodossi”, come la Nara. L’effetto immediato della mossa societaria è certamente utile. Rafforza i legami interni alla squadra, limitando il rischio sempre latente dei clan. Lancia un messaggio chiaro ai giocatori: chi sgarra sulle regole dello spogliatoio non la passa liscia (Nainggolan, il simbolo dei reprobi quest’anno, durante il sopralluogo sul prato dell’Allianz Stadium ha esibito serenità e sorrisi). Restituisce a Spalletti, che aveva pubblicamente chiesto l’intervento del club sul caso Icardi, un ruolo centrale e autorevole: la guida della squadra è lui e la società lo appoggia pienamente. Se questo non può bastare a fermare le notizie sul suo possibile addio a giugno, con Conte primo candidato per la panchina, servirà di sicuro a ribadire le priorità del campo: la qualificazione alla Champions League, attraverso l’attuale terzo posto o in subordine il quarto in campionato, e un cammino il più lungo possibile in Europa League.

SANZIONI CONGELATE

Tuttavia, mentre la squadra sta per giocare all’Allianz Stadium contro il Rapid l’andata dei sedicesimi di finale della sorella minore della Champions, il caso del centravanti argentino, destituito e ammutinato, resta ovviamente scabroso. Il suo rifiuto di partecipare alla trasferta viennese sottintende anche un profondo disagio, oltre all’orgoglio del campione ferito: l’imminente partita di campionato a San Siro, contro la Sampdoria, fornirà la prova immediata dei contraccolpi della fresca vicenda. Non esistono alternative: o Icardi accetta il nuovo ruolo di subalterno e riprende a suon di gol e di partite eccellenti quello di leader tecnico della squadra oppure ne viene espulso. Al momento questa seconda ipotesi pare soltanto metaforica. Marotta non sembra infatti intenzionato a multare il giocatore, né a sospenderlo temporaneamente. “La società non sposa una linea repressiva, ma soltanto una filosofia che ispiri comportamenti virtuosi”: è la linea ufficiosa che filtra. Ma rimane alta l’attesa delle dichiarazioni ufficiali, stasera dovrebbe toccare al ds Ausilio parlare. E, soprattutto, di Icardi alla Pinetina: molto dipenderà dal suo comportamento e dalle sue eventuali scuse.

NESSUNO TRATTA CON WANDA

Il messaggio trasmesso dalla società degradando il capitano è, in sostanza, anche un auspicio: che la coppia Icardi-Nara eviti d’ora in poi l’uso smodato dei social e del palcoscenico televisivo e non alimenti più il clima di tensione attorno all’Inter. Altrimenti la rottura diventerebbe inevitabile. Quanto al divorzio a giugno tra il club e il suo ex capitano, i margini per ricucire sono davvero stretti. Real Madrid, Psg, Barcellona e Juventus osservano: interessate, ma anche poco desiderose di infilarsi in una trattativa diretta con l’imprevedibile Wanda Nara. Il problema del rapporto tra l’Inter e Icardi non è tanto economico (il rinnovo del contratto in scadenza nel 2021 da 5,5 milioni l’anno bonus inclusi, la società può arrivare a 7-7,5, Wanda parte da 10, ma l’accordo non sarebbe impossibile) quanto di gestione extracalcistica del giocatore. Quella che, quest’anno, si sta rivelando complicatissima.

IDEE PER GIUGNO: CAVANI, DYBALA, ZAPATA

Così si sono fatte strada via via anche le valutazioni tecniche e l’idea della cessione a giugno. La clausola di rescissione per l’estero, esercitabile dall’1 al 15 luglio, è alta (110 milioni di euro), il centravanti si è deprezzato e le ultime vicende non hanno certo contribuito ad alzarne il valore. Ogni ipotesi è plausibile oggi, dal Real Madrid al Psg (che può offrire Cavani) alla Juventus (Dybala stuzzica), fino al Barcellona e al Manchester United. I soldi della cessione potrebbero servire per puntare a obiettivi come Rakitic o Duvan Zapata, mentre Sensi è già prenotato. Intanto, quasi per infinita osmosi, anche un talento interista come il ventenne Karamoh, in prestito al Bordeaux, è incappato in un incidente extracalcistico: sospeso dal club “per comportamenti inappropriati” (secondo i media francesi, un diverbio col viceallenatore Colleter e un allenamento saltato), si è affidato ai social per le scuse e i chiarimenti. Il Bordeaux si è riservato la decisione: perdonarlo o rispedirlo all’Inter?

Enrico Currò, Repubblica.it