Come sta cambiando il mondo dell’agricoltura? Innovazione, tecnologia e giovani imprenditori. È il trend dell’agricoltura italiana, che pone il nostro Paese con le 56 mila imprese agricole gestite da under 35 al vertice in Europa per numero di giovani in agricoltura. Oggi a Roma durante l’assemblea dei «Giovani Impresa Coldiretti», composta da rappresentanti provenienti dalle campagne di tutte le Province e Regioni italiane, in rappresentanza di oltre 70mila giovani, è stata eletta la nuova leader: Veronica Barbati, trent’anni, campana di Avellino, laureata in Economia e Gestione dei servizi turistici. Raccoglie il testimone di Maria Letizia Gardoni, ora presidente della Coldiretti Marche e componente (unica donna) della giunta nazionale.
Lo studio
L’assemblea è stata anche l’occasione per la presentazione dello studio «I giovani italiani che creano lavoro», da cui emerge che 23 mila i giovani si sono visti respingere dalle Regioni il progetto di insediamento nelle campagne previsto dai piani di sviluppo rurale (Psr) finanziati dall’Unione europea. «Lo storico ritorno alla terra — spiega Coldiretti — ha portato 35 mila giovani under 40 a presentare domanda per l’insediamento in agricoltura ma ben 2 richieste su 3 (66%) non sono state accolte per colpa degli errori di programmazione della amministrazioni regionali che ha portato a una insufficiente assegnazione di risorse per i giovani nei Piani di sviluppo rurale (Psr), con peraltro il rischio concreto di restituzione dei fondi disponibili a Bruxelles». «Ad aggravare la situazione — continua Coldiretti — è il fatto che il maggior numero delle domande presentate e non accolte si concentra nelle regioni del Mezzogiorno d’Italia, dalla Sicilia alla Calabria, dalla Basilicata alla Sardegna, dalla Campania alla Puglia dove maggiore è il bisogno occupazionale e più elevati sono i tassi di fuga dei giovani all’estero».
L’identikit
Secondo una indagine Coldiretti/Ixè, le aziende agricole gestite dai giovani possiedono una superficie superiore di oltre il 54% alla media, un fatturato più elevato del 75% della media e il 50% in più di occupati per azienda. Il 70% delle imprese giovani opera in attività che superano la semplice coltivazione o allevamento: vanno dalla trasformazione aziendale dei prodotti alla vendita diretta, dalle fattorie didattiche agli agriasilo, ma anche alle attività ricreative, l’agricoltura sociale per l’inserimento di disabili, detenuti e tossicodipendenti, la sistemazione di parchi, giardini, strade, l’agribenessere e la cura del paesaggio o la produzione di energie rinnovabili.
Francesco Basso, Corriere.it