“Il voto degli italiani ha stabilito la nostra posizione. Lavoreremo dall’opposizione. Non saremo indifferenti a ciò che dirà Mattarella, ma il nostro compito è prepararci a essere minoranza parlamentare e da lì dare un contributo al Paese. L’onere di trovare una soluzione non spetta a noi”. Lo ha detto a Repubblica il reggente del Pd, Maurizio Martina, sottolineando che “quando Di Maio si stupisce che nessuno lo abbia chiamato, gli dico: sei il leader che ha vinto, chiama tu”. “Il 4 marzo -ha ribadito Martina – ci ha consegnato a una funzione chiara: stare all’opposizione. Il punto è che i 5 Stelle sono entrati nella dimensione dell’ipertattica”. In merito all’ipotesi di un immediato ritorno alle urne, “Salvini sa più dei 5 Stelle che tornare al voto dopo aver fallito l’onere di dare un governo al Paese può essere rischioso. Di Maio sembra crederci davvero, di potere prendere ancora più voti. Ma la storia della politica -ha messo in evidenza – è piena di calcoli a tavolino giusti in teoria e sballati alla prova dei fatti”. Quanto alla presidenza delle Camere “chiediamo figure autorevoli”, ha aggiunto Martina. Parlando del Partito democratico, “credo davvero che dopo questa sconfitta storica il Pd possa ripartire. Servirà un grande cambio di fase e nuove idee, anzi un vero rovesciamento delle idee guida che ci hanno condotto fin qui. Serviranno umiltà e audacia. Ma soprattutto questo è il tempo dell’orgoglio”, ha concluso.
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