Editore: Bompiani
Data di pubblicazione: 05/04/2017
Genere: narrativa
Masal Pas Bagdadi nasce a Damasco nel 1938 e a soli cinque anni fugge dalla Siria per via delle persecuzioni antisemite, entrando illegalmente in Palestina. Trasferitasi in Italia, essa diventa sia psicoterapeuta che scrittrice. Presso Bompiani ha pubblicato nel 2003 la sua autobiografia ” A piedi scalzi nel kibbutz”, nel 2013 “Mamma Miriam” e nel 2015 “Ho fatto un sogno”.
“Il tempo della solitudine”, attraverso una narrazione sensibile e ricca di spunti filosofici, culturali e storici, racconta il fragile universo che si cela dentro ai cuori degli anziani ospiti di una casa di riposo ebraica.
Il titolo del libro appare già emblematico: Il tempo infatti, all’interno del racconto, sembra scivolare via dal controllo degli anziani che spesso, come capita ai bambini, provano difficoltà nel rapportarsi con avvenimenti presenti, passati e futuri .
Intrecciando con la scrittura la propria professione da psicologa, l’autrice spiega chiaramente all’interno dell’opera che molte paure associabili all’età avanzata hanno invece origine nei primi anni di vita dell’essere umano. La paura della solitudine deriva a tal proposito da un vuoto incolmabile che si inizia a percepire già durante l’infanzia e prosegue per tutta la vita. Alla paura della solitudine, spesso, si aggiunge anche quella per l’abbandono, che ancora una volta accomuna bambini e anziani.
“Il tempo della solitudine” vuol essere per Masal Pas Bagdadi una denuncia sociale e allo stesso tempo un trattato su un tema spesso trascurato nella nostra contemporaneità: quello della vecchiaia e della morte. D’altronde, come molti filosofi, da oriente a occidente, hanno cercato di sottolineare, la morte fa parte della vita e solo confrontandosi profondamente con essa è possibile percepire il vero significato dell’esistenza.
“Il tempo della solitudine”, attraverso una narrazione sensibile e ricca di spunti filosofici, culturali e storici, racconta il fragile universo che si cela dentro ai cuori degli anziani ospiti di una casa di riposo ebraica.
Il titolo del libro appare già emblematico: Il tempo infatti, all’interno del racconto, sembra scivolare via dal controllo degli anziani che spesso, come capita ai bambini, provano difficoltà nel rapportarsi con avvenimenti presenti, passati e futuri .
Intrecciando con la scrittura la propria professione da psicologa, l’autrice spiega chiaramente all’interno dell’opera che molte paure associabili all’età avanzata hanno invece origine nei primi anni di vita dell’essere umano. La paura della solitudine deriva a tal proposito da un vuoto incolmabile che si inizia a percepire già durante l’infanzia e prosegue per tutta la vita. Alla paura della solitudine, spesso, si aggiunge anche quella per l’abbandono, che ancora una volta accomuna bambini e anziani.
“Il tempo della solitudine” vuol essere per Masal Pas Bagdadi una denuncia sociale e allo stesso tempo un trattato su un tema spesso trascurato nella nostra contemporaneità: quello della vecchiaia e della morte. D’altronde, come molti filosofi, da oriente a occidente, hanno cercato di sottolineare, la morte fa parte della vita e solo confrontandosi profondamente con essa è possibile percepire il vero significato dell’esistenza.
di Camilla Santoro