Il Papa emerito torna in campo. Lo fa con una lettera, datata novembre 2017, e scritta per difendere la sua rinuncia al papato annunciata l’11 febbraio del 2013. La missiva, pubblicata dal tabloid tedesco Bild, è indirizzata a un anonimo cardinale tedesco che, tuttavia, sembra corrispondere al profilo dell’89enne Walter Brandmüiller, uno dei cardinali ultraottantenni che ha scritto i “dubia” sull’Amoris Laetitia e la comunione ai divorziati risposati: troppa «rabbia» contro di me, dice Ratzinger. Da Papa emerito risponde seccamente alle critiche sulle dimissioni ricevute principalmente da ambienti conservatori che si sono sentiti traditi dal suo addio all’esercizio petrino: «Il Papa non scende dalla croce», disse nel 2013 il cardinale Stanislaw Dziwisz ricordando quando al contrario di Benedetto aveva fatto Giovanni Paolo II.
Chi contesta le dimissioni di Benedetto XVI dice che non si lascia quando la Chiesa si trova in una condizione di crisi. Dura la risposta del di Ratzinger che, secondo quanto apprende Repubblica, ha sofferto per il fatto che queste accuse gli siano state mosse da persone che erano sempre state a lui vicine: «Posso ben capire il profondo dolore che Lei e molti altri avete sentito con la fine del mio pontificato – scrive Benedetto – ma il dolore in alcuni, così mi sembra, e anche in lei è diventato una rabbia che non riguarda più solo la rinuncia, ma si estende sempre più anche alla mia persona e al mio pontificato nel suo insieme». E ancora: «In questo modo il pontificato stesso è stato svalutato e confuso con la tristezza sulla situazione della Chiesa oggi», spiega Ratzinger. Che incalza: «Se conosce un modo migliore (della rinuncia, ndr) e crede di poter condannare quello da me scelto, la prego di dirmelo. Piuttosto preghiamo, come ha fatto a conclusione della Sua lettera, che il Signore venga in aiuto della Sua Chiesa. Con la mia apostolica benedizione, suo, Benedetto XVI».
Più volte il Papa emerito ha preso le distanze dagli ambienti tradizionalisti che lo interpretano a piacimento, soffiando sul dissenso all’attuale pontificato e su una crisi, quella della Chiesa, scatenata a loro dire proprio dal suo addio. Il tentativo di questi settori è di tirare Ratzinger dalla propria parte e, insieme, di usarlo come una clava contro il successore. Un gioco dal quale Benedetto XVI vuole chiamarsi fuori, come più volte ha ricordato anche monsignor Georg Gänswein, attuale prefetto della Casa Pontificia, che di questa lettera non ha voluto in ogni caso dire nulla. L’ultima uscita del segretario di Ratzinger risale a qualche giorno fa, un intervento nel quale fra le altre cose ha parlato degli abusi sessuali dei preti su minori definendoli l’«11 settembre della Chiesa».
Paolo Roadri, Repubblica.it