C’erano una volta / Isabella Biagini

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La svampita amata e abbandonata da tutti

Attrice bellissima, showgirl romantica e strepitosa imitatrice, fu corteggiata da Fellini, Baudo, Limiti, Montesano ma morì alla fame. Gli aneddoti su Marlon Brando e Toto: «Il primo era timidissimo. II secondo un amico: ogni settimana cucinava per i cani randagi»

(di Cesare Lanza per LaVerità) Romantica. Isabella Biagini, se dovessi utilizzare una sola parola per definirla, era una donna romantica, sembrava strappata dalle pagine della piu grande letteratura del romanticismo. Tuttavia una sola parola non mi e sufficiente. Molte altre mi si affollano nella mente, nel ricordare la sua complessita. Utopista. Sognatrice. Sentimentale. Passionale. Generosa. Creativa. Autodistruttiva. Infelice. Combattiva, ma perdente. Inline disperata: letteralmente senza piu speranze, obbligata alia solitudine e alia miseria.

Per raccontarla, vi propongo un episodio – romanzesco della sua vita, la relazione di amore che Isabella ebbe con un uomo del tutto diverso da lei, Siro Brugnoli, che ho conosciuto bene. Un personaggio, anche lui, che potrebbe essere tratto da una romantica fantasia letteraria, di radice inglese, francese o tedesca. Non esito a riferirmi a nomi illustri: Johann Wolfgang von Goethe, Victor Hugo, George Gordon Byron, Edgar Allan Poe, Giacomo Leopardi. Dunque: Brugnoli fu colpito nella prima infanzia dalla poliomielite e costretto dalla paralisi a vivere tutta la vita con le grucce, o in earrozzella. Reagì con straordinaria forza d’animo, imponendosi una vita normale, da gaudente. Confortato dal benessere della famiglia, non ebbe preoccupazioni o problemi di lavoro, fino alia morte del padre. E fu – incredibilmente un playboy diversamente seduttivo: negli anni Sessanta e Settanta conquisto alcune tra le donne piu belle e fascinose dell’epoca. La piu famosa, Alida Chelli, che per lui arrivo a lasciare Walter Chiari. Siro era molto diverso da Isabella: quanto ricca di passione lei, tanto lucido e cinico lui; sensibile e pronta a darsi totalmente lei, e invece avaro, rigido e contenuto nei sentimenti (mi spingerei a dire arido), lui.

Si erano conosciuti in un’occasione divertente. Insieme con gli amici del cuore Siro aveva l’abitudine di tentare di «rimorchiare» le belle ragazze che incontravano casualmente, con i pretesti piu sciocchi. «Un giorno, in auto, i miei amici Angelo ed Enrico vedono Isa ferma – aveva una Mercedes spider – su un lato della strada: discuteva con la polizia. Appena rimane da sola, le chiedono: “Signora, possiamo regalarle uno dei tre cagnolini cocker spaniel appena nati? Due li abbiamo gia piazzati, ne e rimasto uno bellissimo! Noi dobbiamo partire e vorremmo lasciarlo a lei, che potrebbe prendersene amorevole cura”… Naturalmente non era vero niente». Da lei neanche una parola. Isabella era gia un’artista popolare e affermata, nota per le sue imitazioni, splendida quella di Mina. Risale in auto e dice, semplicemente, il suo indirizzo. E aggiunge: «Stasera alle dieci portatemi questa meraviglia di cagnolino». Tuttavia il cagnolinonon c’era, ma una grandissima voglia di andare a casa di Isabella, si! Fu ideato un piano: comprarono un cocker di peluche e gli legarono al eollo un guinzaglio di due metri. E glielo portarono. Alle dieci di sera in punto i tre amiconi arrivano a casa sua, ma sul pianerottolo sono bloccati da una domestica, scontrosa, che dice: «Se non mi fate vedere il cocker, non entrate». E Siro: «Assolutamente no. Dobbiamo consegnarlo direttamente alia signora». II battibecco prosegue per un po’, poi appare Isabella ed Enrico dall’ascensore tira fuori il cagnolino di peluche. Lei si diverte, scoppia a ridere, li fa entrare in casa: la serata prosegue a chiacchiere e spaghettata. E l’inizio di un rapporto. Isa e Siro escono qualche sera, e tutto convenzionale: il corteggiamento, qualche bacetto, qualche carezza in auto, finche lui le dice: «Ma l’amore vero quando lo facciamo?». Lei, manco a dirlo, si è innamorata: si danno un appuntamento.

Per lui, una delle tante. «Arrivo, aspetto in auto sotto casa sua. Via via vedo uscire dal palazzo uomini e donne vestitiin abito da sera, elegantissimi, allegri, in festa. Chissà che ricevimento splendido, penso io, e aspetto. Ed ecco che dal portone esce una splendida ragazza, con il velo e in abito da sposa bianco. Tutti gli amici le tiravano il riso. Lei saluta tutti e viene verso di me. Entra in auto ed e… Isa!». Voleva fare l’amore con Siro e voleva fargli capire che era, con lui, un vero matrimonio. Percio si era vestita con un abito da nozze, velo e fiori d’arancio, e aveva festeggiato con un ricevimento invitando tutti i suoi amici. La storia d’amore tra Siro Brugnoli e Isabella Biagini fu raccontata ed esaltata dai giornali di gossip e d’informazione. Paese sera, il 24 marzo 1969, informo i lettori che ci sarebbe stato un matrimonio tra i due, «un matrimonio che la Chiesa autorizza con speciale dispensa, purche senza effetti civili e senza registrazione». E c’e una dichiarazione della Biagini, che ha di Brugnoli un giudizio molto lusinghiero:« Siro e un uomo straordinario, con tutte le qualita che una donna possa desiderare. E ha un volto cosi bello che quando lo si guarda, si dimentica che porta le grucce a causa della poliomielite che lo colpi da bambino».

L’idillio invece dura pochissimo, i due non si sposano e l’amore della coppia degenera in contrasti, litigi, anche violenze. Brugnoli racconta: «Isa una volta, mentre ero nel suo letto matrimoniale, mi ha portato via le stampelle e staccato il cavo telefonico: per tre giorni e tre notti. E mi ha detto: “Adesso sei completamente mio per tutto il tempo che voglio”. Per andare al bagno, dovevo muovermi a quattro zampe o appoggiarmi a lei». Quando si lasciano, lei gli fa recapitare in casa un dono sinistra: una corona di fiori dedicata «a un amore finito». Brugnoli definisce la Biagini una presenza femminile molto importante per la sua vita. E si riappacificarono, ma non duro. Non mi permetto di giudicare. Ma i due erano troppo diversi. Lui non voleva legami impegnativi, aveva deciso di non fidanzarsi, non sposarsi, non avere figli (e neanche cagnolini e gatti «perche sporcano»). Definire Siro egocentrico e un eufemismo: quando invita a pranzo 0 a cena gli amici l’esordio e un brindisi a se stesso. Si e fatto costruire una casa su misura all’Olgiata, dove Isabella non e mai stata ammessa. Credo che lei abbia continuato ad amare Brugnoli, sempre. Ma era piena di risentimenti. Con me si e lamentata, furente, di non aver mai ricevuto da Siro neanche un piccolo regalo, di avergli dato tanto amorosamente – e di non aver avuto nulla. Non so se sia vero e neanche se Siro l’abbia aiutata quando lei e finita nella piu penosa miseria. Credo – temo – di no. Ma Siro non e mai stato tenero con nessuno. Quando il padre mori e Brugnoli si accorse che gli affari di famiglia rischiavano di andare a rotoli, ad esempio, decise di separarsi dai fratelli e si improvvisò imprenditore, nel settore farmaceutico. Ha avuto un notevole successo. Ora medita di ritirarsi in una casa organizzata come un piccolo ospedale, con una badante al suo servizio, nella speranza di rinviare il piu possibile l’addio a questa valle di lacrime. Nelle sue certezze d’acciaio non poteva esserci spazio per una femmina languida, dolce ed esigente come Isabella. Né per nessun’altra.

Isabella era nata a Roma il 19 dicembre 1943 e a Roma si e spenta il 14 aprile 2018. Attrice, showgirl e strepitosa imitatrice. Inizio giovanissima (nel 1955) nel film d’esordio di Michelangelo Antonioni, Le amiche. Negli anni sessanta passa alia tv, dove esplode il suo particolare talento comico (come maggiorata svampita o, cosi si diceva, oca giuliva): tra i successi, Bambole non c’e una lira, E tu che fai? Io stasera vado a casa di Ornella e I vostri affezionatissimi Cetra. Al cinema lavora con Steno e Mariano Laurenti. Negli anni Settanta, il sodalizio con il Bagaglino di Castellacci e Pingitore, che la portera a prendere parte alia trasmissione tv C’era una volta Roma e ai film Tutti a squola e Ciao Marziano. Negli anni Ottanta comincia la decadenza, a suo giudizio determinata da uomini potenti nel mondo dello spettacolo, a cui si era rifiutata. Solo una particina in un film di Tinto Brass. Nel 1999 muore giovanissima, per un tumore, la sua unica, amatissima, figlia Monica. E comincia l’autodistruzione, che la porta a vivere miseramente. Muore dimenticata da tutti, a 74 anni: ai funerali pochissima gente.

Nel 2017 era stata spesso ospite di Barbara D’Urso: protagonista di una triste e complicata vicenda di interessi economici con il fratello. Era alla fame, sfrattata, senza piu una casa: viveva su una panchina o in auto. Barbara la ricorda cosi: «E rarissimo nella vita incontrare donne come te: autoironiche, pungenti, intelligenti, guerriere. Sei nata artista e lo sei stata per tutta la vita. Mi chiamavi Barbara e dicevi che mi guardavi in tv mentre stiravi. Ora abbraccerai la tua amatissima figlia Monica. Buon viaggio Isabella». E Iva Zanicchi: «E stata una donna di grande talento, anche sprecato: era lei la piu brava. Negli anni Settanta era una novita assoluta: sapeva cantare, ballare, recitare. Era molto fragile, forse ncn ha avuto amici veri vicino. Io l’ho incontrata un paio di vobe. L’ho avuta ospite in una trasmissione. Era tenera, molto dolce, ma si intuiva che aveva problemi, con grandi sofferenze». Al programma Rai Le amiche del sabato la Biagini parlo di due corteggiatori celebri, con una dichiarazione clamorosa: «Federico Fellini era un gran signore. Con lui mai un braccio suBe spalle, ne altrove, e questo bisogna dirlo. Fellini non ci ha mai provato, aveva capito che ero una personcina perbene, e non mi ha fatto terra bruciata intorno. Pippo Baudo invece lo ha fatto. Lasciatemelo dire, visto che l’ho tenuto segreto per 40 anni».

In un’intervista ha raccontato anedcoti su personaggi celebri. Paolo Limiti: «Siamo stati insieme dieci anni. L’avrei sposato, era un grande amore, un vero signore. Ci siamo mollati perche non la pensavamo alio stesso modo su questioni professionali». Enrico Montesano: «Un grande amore, siamo stati insieme due anni, era un uomo meraviglioso, ci iivertivamo dalla mattina alia sera. Sessualmente uno spettacolo. Nel senso che lo facevamo sempre scherzandoci sopra: lui faceva avances con la voce di Toto, io rispondevo con quella di Tina Pica, oppure di Ornella Vanoni o di Sofia Loren. Stavamo sempre a ride». Marlon Brando: «Timidissimo, non vuole recitare se c’e troppa gente sul set. In Queimada allora, per riuscire a girare, il regista Gillo Pontecorvo fa costruire un buco nel muro in cui passa solo la macchina da presa: cosi Brando non vede nessuno ed e tranquillo». E Toto: «A scuola avevo gia conosciuto Aldo Fabrizi e Toto, che poi diventera un amico. E una volta, stiamo parlando del mio amore per i cani, Toto si avvicina e sussurra: “Ti confesso un segreto. Anzi, vieni con me”. Andiamo da un macellaio, compra 50 chili di carne, magra e senza ossa, la fa cuocere e poi saliamo sulla sua Cadillac. Quando siamo in aperta campagna dice all’autista di fermar si, scende e lascia la carne, a mucchietti, qua e la. “Questa e per tutti i cani randagi: una volta ogni settimana vengo a sfamarli”».