Il viceministro all’economia, Garavaglia: “Se Amazon vorrà prestare servizi di consulenza fiscale dovrà pagare”

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Massimo Garamaglia, vinceministro all’economia

Se Amazon vorrà prestare servizi di consulenza fiscale dovrà pagare, visto che incamererà una grande quantità di dati sui contribuenti. La web tax applicata in un solo paese è inutile: serve una dimensione almeno europea. Gli 80 euro di Renzi saranno valutati all’interno della revisione delle tax expenditure e del piano flat tax, già con la prossima legge di bilancio. La pace fiscale si farà e i comuni dovranno ripensare ai loro servizi di riscossione, mentre la fatturazione elettronica partirà dal 1° gennaio senza deroghe e regimi soft. È a tutto campo il pensiero del viceministro all’economia Massimo Garavaglia che coadiuverà il ministro Giovanni Tria su fisco, sanità e autonomie. Ecco come spiega a ItaliaOggi l’agenda fiscale del ministero di via XX Settembre.

Domanda. Riordino delle tax expenditure: qual è il progetto a cui state lavorando? Ci sarà, detto in soldoni, un taglio lineare delle voci con l’abbassamento dell’aliquota dal 19 al 15%?

Risposta. No, nel senso che tutto è ancora da verificare. Stiamo facendo le ipotesi e le simulazioni. In generale si può fare un ragionamento sulle tax expenditure sia su persone fisiche sia su imprese ma ha senso farlo in un’ottica di profonda revisione del sistema fiscale in vista della flat tax. Se fai una rivoluzione ci sta mettere mano a questo sistema fatto di una miriade di piccole e grandi prebende.

D. A che legge di bilancio state lavorando in termine di saldi?

R. Dipende dall’interlocuzione con la Commissione europea. Ad oggi non ci sono ragionamenti. Con la nota di aggiornamento si avrà il quadro definitivo.

D. Tutti guardano con curiosità e attesa alla pace fiscale. Può anticiparne le linee?

R. Non annuncio nulla che non sia definitivo. I criteri generali sono già noti: fare un profondo ragionamento sui piccoli importi giacenti da una vita che non ha senso tenere lì. E tenere conto di situazioni particolari in cui il contribuente non è in mala fede ma è stato nell’impossibilità di adempiere al proprio dovere. Altro tema, ma questa è una mia considerazione personale, riguarda il ruolo di Equitalia, o come si chiama oggi Agenzia della riscossione, che si sostituisce ai comuni nella riscossione. La cosa ha senso fino a un certo punto. Lo stato fa lo stato e non ha senso che i comuni scarichino su di esso anche le loro inefficienze nella riscossione. Sarebbe meglio un ruolo proattivo degli enti locali nell’attività della riscossione, che oltre tutto imballa inutilmente il lavoro delle strutture con una miriade di piccoli importi.

D. La nomina a direttore dell’Agenzia delle entrate di Antonino Maggiore, generale della Guardia di finanza (si veda ItaliaOggi di ieri) è un piccolo terremoto. I dipendenti hanno la sensazione di essere stati commissariati. È così?

R. Macché. Più che un generale della Guardia finanza, chi devi mettere? Per me conta di più la competenza, che in questo caso è fuori da ogni dubbio.

D. A gennaio parte senza proroghe, come ha indicato anche il ministro Tria, la fatturazione elettronica. Tema sensibilissimo per i professionisti che percepiscono l’adempimento come fumo negli occhi. Si è parlato di un ipotesi di avvio ma senza sanzioni: cosa arriverà in legge di bilancio?

R. Lo ritengo impossibile, e anche sbagliato. Impossibile perché rinviare la misura costerebbe 2 miliardi e non mi pare abbia senso recuperare 2 miliardi per prevedere di rinviare la misura. Dando per buona la valutazione che porterà la fatturazione elettronica come beneficio nel bilancio dello stato, non si può più tornare indietro, ma lavorare per far sì che l’introduzione diventi una semplificazione effettiva. E non ci sarà una leva sulle sanzioni con regimi transitori o ibridi proprio per il discorso della copertura.

D. L’avvio della flat tax sarà, semplificando, una riforma del regime dei minimi? Ci sarà una flat tax con ampliamento dei requisiti d’accesso?

R. Questo è sicuramente un primo approccio che riguarda il mondo delle imprese. Ma non ci si fermerà. L’obiettivo del ministro, che condividiamo in toto, è di presentare una misura completa con una prospettiva di legislatura, chiara e coerente con tutto il sistema: le imprese da un lato e le persone fisiche dall’altro.

D. Una politica fiscale che guarda ai piccoli. Ma si è fatto, ultimamente, un gran parlare del regime di vantaggio fiscale previsto per chi ha grosse disponibilità finanziarie, come Ronaldo. La cosiddetta norma attira Paperoni. Sono in 180, secondo il dipartimento delle finanze, ad averne usufruito. Lavorerete a qualcosa anche per attrarre capitali stranieri?

R. Questa è la flat tax che il Pd ha messo per i super ricchi. A noi interessa partire sui redditi più bassi per persone fisiche e imprese. Fa strano dirlo ma abbiamo un’idea più di sinistra.

D. Si è parlato tantissimo di multinazionali del web e pianificazione fiscale aggressiva. L’anno scorso sia la Ue sia l’Ocse hanno avviato progetti per la tassazione del digitale e l’Italia ha fatto una fuga in avanti con la web tax ancora da attuare: che intenzioni avete su questo dossier?

R. Allora giustamente si parlò di fughe in avanti. Non è tema ancora condiviso, ma io penso che misure come queste, che riguardino i giganti del web, possono funzionare a livello come minimo europeo. Altrimenti non hanno senso, anzi possono essere un boomerang per il paese. Altra cosa è invece valutare interventi a fronte di attività che riguardano solo il nostro paese. Un esempio: supponiamo che, come sembra intenzionata a fare Amazon, una multinazionale dia servizi di supporto di fatturazione elettronica, anche gratuitamente. Comprensibile il beneficio che ne avrebbe in termini di raccolta di dati utili al proprio business. In tal caso avrebbe senso che lo stato facesse pagare qualcosa a fronte di questo servizio offerto.

D. Sempre i professionisti sono in attesa del dpcm per evitare il doppio pagamento ad agosto. Che cosa si può dire per tranquillizzarli?

R. Che siamo in dirittura d’arrivo. Provvederemo credo già nel prossimo consiglio dei ministri.

D. Il tema del giorno: gli 80 euro restano o saranno rimodulati anche in ottica di tax expenditure?

R. Il ministro si è posto il tema ma il tutto va visto nel piano flat tax. Personalmente sono convinto che gli 80 euro sarebbe stato meglio metterli fin da subito come riduzione di imposta piuttosto che come bonus. Si sa che non è stato fatto perché si voleva avere l’evidenza sul cedolino della dizione «bonus Renzi». Tuttavia ritengo che al cittadino non importi nulla che arrivino come bonus o come detrazione fiscale. Quel che conta è il netto in busta paga.

Cristina Bartelli, ItaliaOggi