Conquistato anni fa pure il Tibet, grazie a un accordo con la Cina che ha voluto i suoi sistemi di sicurezza per «il Treno del Cielo» Pechino-Lhasa, Vito Pertosa ci prova anche con lo spazio: costruirà lui, infatti, col mitico fondatore di Virgin Richard Branson, il razzo che porterà i primi turisti nello spazio da Grottaglie.
Ceramiche e astronavi. L’ accordo sarà firmato questa mattina a Mola di Bari dove, oltre al celeberrimo Castello Angioino voluto da Carlo I d’ Angiò c’ è anche la sede della Sitael, una delle società del Gruppo Angel fondato dall’ imprenditore pugliese che, partito da una piccola impresa familiare di macchine per la raccolta dell’ uva, è oggi il primo al mondo nei sistemi di sicurezza per i treni superveloci e le metropolitane.
Di qua lui, un provinciale alto alto, magro magro, giacca, cravatta, un aspetto da travet che può imbrogliare chi ne ignora il coraggio, l’estro e la lungimiranza di costruire aziende a larghissima maggioranza di ingegneri e scienziati. Di là l’ istrionico giovanotto londinese che partì incidendo nel retrobottega del suo negozio di dischi il primo album di Mike Oldfield e ha via via ampliato i suoi affari dalla musica alla Formula 1 e ai viaggi spaziali accumulando un patrimonio miliardario e circa 400 società ma conservando a 67 anni l’ aria, i capelli e la barba del ragazzo un po’ hippie, un po’ d’ Artagnan.
I due, anche se non si sono mai incontrati, si sono già tastati sul lavoro. La Virgin Orbit, che da sette anni possiede nel deserto «Jornada del Muerto», del Nuovo Messico, lo «Spaceport America», il primo aeroporto spaziale commerciale della storia firmato dall’ archistar Norman Foster, è già impegnata da mesi per il lancio col suo «LauncherOne» d’ un satellite della pugliese Sitael, in collaborazione con l’ Agenzia Spaziale Europea e l’ Agenzia Spaziale Italiana, di assoluta avanguardia: sarà il primo in assoluto a propulsione elettrica. Cioè in grado di muoversi nello spazio.
Il primo accordo, firmato da Nicola Zaccheo per Sitael e Dan Hart per Virgin Orbit, sarà su questo. D’ora in avanti partiranno dallo «Spaceport America» anche i prossimi satelliti pugliesi. Con un’ apertura a «nuove possibilità di effettuare lanci orbitali con aeroplano dall’ Italia». Il secondo contratto, firmato per Virgin Galactic da George Whitesides e per l’ Altec da Enzo Giorgio, sarà ancora più vitale non solo sotto il profilo economico ma anche immaginifico.
Dopo lo stop imposto dalla tragedia dell’ ottobre 2014 nel deserto del Mojave in California dove per un guasto durante un test precipitò la navetta spaziale privata Virgin Galactic Space Ship Two e morì uno dei due piloti, Branson ha infatti ripreso il progetto di portare lui, il «sognatore concreto», i primi turisti nello spazio.
Una «vacanza» piuttosto esclusiva. Un avveniristico trimarano salirà fino a dodicimila metri d’ altezza e da lì un razzo porterà la navicella, con sei «gitanti» a bordo, fino a cinquecento chilometri dalla Terra. Sette minuti nello spazio in totale assenza di gravità e poi il rientro verso il nostro pianeta. Costo: 250 mila dollari. Trentacinquemila per ogni minuto in orbita. Un costo astronomico. Eppure il miliardario inglese dice d’ esser pieno di prenotazioni. Seicento aspiranti. E ciascuno avrebbe versato una caparra, per dirla con zio Paperone, di 70 mila «sonanti dollaroni».
E qui veniamo alla parte più affascinante dell’ accordo: l’ azienda spaziale dell’ imprenditore di Monopoli, che s’ è guadagnato il rispetto delle imprese internazionali più avanzate con gli aerei di «Blackshape», i satelliti, la diagnostica ferroviaria («locomotive a 382 chilometri l’ ora che riescono a scoprire sui binari micro-fratture di mezzo millimetro o a misurare i cavi elettrici con una approssimazione di un decimo di millimetro») fino a gestire la sicurezza delle principali metropolitane da Londra a Seul, da Parigi a Singapore, è stata scelta da Branson per costruire a Grottaglie i nuovi razzi per spedire i turisti nello spazio.
Merito della stima guadagnata dalla MerMec anche come primo partner del consorzio canadese che ha già aperto i cantieri per l’«Hyperloop», il supertreno i cui passeggeri, 27 per navetta, viaggeranno a trazione magnetica dentro un largo e lunghissimo tubo in grandi vagoni-capsule da Toronto a Montreal (545 chilometri) in meno di 40 minuti toccando i 1.220 chilometri l’ ora.
Progetto al quale sarebbe interessato lo stesso Branson. Ma merito anche del Politecnico e del Distretto Aerospaziale Pugliese, da anni fiore all’ occhiello della Regione, dove sono costruiti ad esempio parti importanti del Boeing 787. E merito infine della recente scelta dell’ Enac, l’ Ente nazionale per l’ aviazione civile, di puntare come futuro «spazioporto» italiano su Taranto-Grottaglie.
Per non dire dello stesso Richard Branson che, col via libera del Dipartimento di Stato Americano, ha scelto il nostro Paese, la Puglia e la lanciatissima società barese sottolineando che «dal Rinascimento alla moderna scienza dello spazio, l’ Italia è sempre stata dimora di grandi innovatori e culla di idee rivoluzionarie che hanno plasmato l’ esperienza umana». Lui lo sa, cosa hanno dato e cosa potrebbero dare al mondo l’ Italia e gli italiani. Se anche noi ci credessimo un po’ di più.
Gian Antonio Stella, Corriere della Sera