Silvio Berlusconi è determinato a rilanciare Forza Italia, a partire dalla macchina organizzativa. Insomma, la lettera del ‘Corsera’ con la promessa di una ‘rivoluzione azzurra’ non resterà lettera morta. Il primo segnale del cambiamento, a quanto si apprende, in attesa di quelli annunciati (la nomina di un ‘vice’, del ‘comitato esecutivo’ e di un coordinatore nazionale più una nuova ‘consulta del presidente’ aperta anche a personalità non iscritte a Fi con le ‘comunità azzurre’ come braccio operativo sui social) dovrebbe arrivare nei prossimi giorni e riguarderà la composizione dell’Ufficio di presidenza.
Forse il principale organismo direttivo del partito, che il Cav ha scelto per benedire l’iter con cui il movimento azzurro da lui fondato nel ’94 vuole riprendersi la scena e recuperare il rapporto con il territorio dopo gli ultimi risultati elettorali non certo confortanti, del 4 marzo e delle comunali di domenica scorsa, dove la Lega si è rafforzata confermandosi forza trainante del centrodestra. L’Ufficio di presidenza, in realtà, si chiama tecnicamente Comitato di presidenza ed è disciplinato dall’articolo 23 dello statuto forzista in vigore dal ’94 e più volte aggiornato.
Il nome di uso corrente, spiega un senior azzurro, è ripreso dall’Ufficio di presidenza del vecchio Pdl, ma nella storia di Fi questo organismo è conosciuto come Comitato di presidenza. Altre novità, riferiscono fonti azzurre, ci saranno sul fronte del programma. Il Cav è pronto a dare filo da torcere al governo giallo-verde e a vestire i panni di ‘spina nel fianco’ di Salvini e Di Maio in Parlamento, valutando caso per caso i singoli provvedimenti dell’esecutivo. Salvini stamane ha annunciato che avrebbe chiamato l’ex premier per informarlo “non solo della delega sulle tlc, ma del pacchetto completo” di nomine, ma dalle parti di palazzo Grazioli assicurano che non c’è stato alcun contatto telefonico.
L’articolo 23 precisa compiti e composizione: il Comitato di presidenza è formato da una trentina i componenti, compreso il Cav in qualità di presidente del movimento; “coordina le attività del movimento e dei gruppi parlamentari”, “delibera a maggioranza”, approva il bilancio del partito e non tutti hanno il diritto di voto (solo i membri effettivi, di primo livello, da non confondere con quelli del cosiddetto comitato satellite).
Membri di diritto sono: i capigruppo di Camera, Senato e Parlamento europeo; il tesoriere unico; i 6 membri eletti dal Congresso nazionale; 6 “membri nominati dal presidente di Fi”; i responsabili nazionali di settore ex articolo 11; il presidente o i vice presidenti del Parlamento europeo; i vicepresidenti del Senato e della Camera; i presidenti delle giunte regionali. Ne fanno parte ipso iure anche il “segretario della Conferenza dei coordinatori regionali” e “tre suoi membri scelti dal presidente”.
Adnkronos