Lo spread cala sotto 220 punti. Borse positive al traino di Wall Street

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Il differenziale continua la fase di restringimento iniziata con il varo del governo italiano, ma resta ben sopra la media da inizio anno. L’euro si rafforza vicino 1,17 dollari, prosegue la debolezza del petrolio

I mercati continuano a scrutare l’evoluzione del governo Lega-M5s in Italia in attesa dei primi provvedimenti concreti che potrebbero avere impatto sui conti pubblici, intanto la tempesta della scorsa settimana sembra rientrata. Lo spread tra Btp e Bund tedeschi a dieci anni si è nettamente ristretto dai picchi ben oltre 320 punti base registrati nelle ore tra il fallimento del primo incarico a Conte e il tentativo di Mattarella di chiamare Cottarelli. Oggi tratta sotto i 220 punti base (con il rendimento decennale al 2,55%) ma è comunque ben oltre la media di 140 registrata da inizio anno.
I listini azionari sono bene impostati: Milano erode però molti dei rialzo dell’apertura e segna un +0,1%. Soffrono le banche. A Piazza Affari l’attenzione è tutta per una di queste, Unicredit, che scatta in avanti dopo le indiscrezioni del Financial Times secondo il quale avrebbe ripreso in mano l’ipotesi di fusione con SocGen che non rappresenta certo una novità in termini assoluti. La secca smentita dei francesi fa però ingranare la retromarcia al titolo. Segno positivo anche nel resto d’Europa: Londra +0,8%, Francoforte +0,4% e Parigi +0,6%.

L’euro apre in rialzo vicino quota 1,17 dollari. La moneta europea ha risentito delle turbolenze politiche in Italia e Spagna, poi ha un po’ recuperato terreno: stamattina avanza a 1,1692 dollari e 128,19 yen. Dollaro/yen a 109,63.
La distensione della fine della scorsa settimana sull’Italia ha fatto bene anche alla Borsa di Tokyo, che al traino dell’ottimismo americano ha chiuso stamattina a +1,37%. Wall Street è redice da una seduta in rialzo, venerdì scorso, grazie a un ottimo rapporto sull’occupazione americana a maggio. Il rally ha permesso a S&P 500 e Nasdaq di archiviare una settimana positiva mentre il Dow l’ha finita in calo. Il numero di posti di lavoro creati è stato superiore alle stime e il tasso di disoccupazione è calato più del previsto al 3,8%, minimo dell’aprile 2000. A questo punto ci si aspetta che nella riunione del 12 e 13 giugno la Fed alzi i tassi. Il Dow ha aggiunto lo 0,9%, limando comunque nella settimana lo 0,5%. L’S&P 500 ha guadagnato l’1,08% (+0,5% nell’ottava) e il Nasdaq ha registrato la seduta migliore dal 4 maggio, +1,51%, per un +1,6% complessivo.

Oggi negli Stati Uniti si guarda agli ordini di fabbrica e agli ordini di beni durevoli, termometri dell’andamento produttivo e dei consumi. Restano poi latenti le tensioni relative alla guerra di dazi in atto tra Washington e Pechino, che possono tornare a pesare – a detta degli analisti – in ogni momento sui mercati.

Intanto il prezzo del petrolio continua ad arretrare per l’aumento della produzione Usa e per gli annunciati aumenti della produzione di Arabia Saudita e Russia. Sui mercati asiatici i future sul Light crude Wti cedono 11 cent a 65,70 dollari e quelli sul Brent calano di 34 cent a 76,45 dollari. Quotazioni dell’oro senza variazioni sui mercati asiatici dove il lingotto con consegna immediata passa di mano a 1.293 dollari l’oncia.

Raffaele Ricciardi, Repubblica.it