Generali non è una preda, bensì un cacciatore, che guarda all’Europa, a parte dell’Asia e America Latina per crescere tramite acquisizioni
E’ quanto dice l’amministratore delegato della compagnia triestina, Philippe Donnet, intervistato dal settimanale Affari & Finanza.”Non eravamo preda per Axa, non potevamo esserlo per Intesa o per altri”, afferma Donnet. Interpellato sui pilastri del piano triennale, che verrà presentato il 21 novembre, il manager francese riponde che la crescita “sarà in buona parte organica, ma, se ci saranno opportunità di acquisizioni in grado di farci accelerare la crescita nel quadro della nostra strategia, le valuteremo”. E ancora: “Noi siamo disciplinati e opportunisti. L’Europa, dove abbiamo il 90% del business e dove siamo leader in molti paesi, è piena di opportunità per noi. Saremo attenti a tutte le occasioni, in linea con prodotti e business mix: health, danni, asset management, vita, protection e unit linked. Questo modello non verrà cambiato. Ci rafforzeremo nei paesi dove siamo già. Ma non vogliamo essere un gruppo solo europeo: vogliamo espanderci in una parte dell’Asia e in America Latina, dove siamo già leader, e in Brasile, dove abbiamo migliorato notevolmente la nostra posizione e puntiamo a crescere ancora”.Ma il focus del nuovo piano, prosegue Donnet, sarà la crescita organica, basata su “tre pilastri. Primo, l’ottimizzazione finanziaria. Poi, sviluppo e crescita. E parliamo di crescita degli utili, che è più importante di quella dei volumi. Terzo, la trasformazione del business model, cosa che richiederà investimenti, quindi riallocazione di risorse”.L’AD del Leone conferma l’obiettivo di distribuire dividendi per 5 miliardi al 2018: “Vedendo i risultati del primo trimestre dell’anno sono fiducioso”.Donnet non commenta le indiscrezioni sulle trattative con Poste Italiane per una partnership nel ramo danni, ma si dice aperto “a intrattenere rapporti con chiunque ci presenti una proposta che riteniamo adatta al nostro business”.Un accenno alle assicurazioni tra dieci anni, che “saranno diventate al 100% digitali”, e alla politica: in Italia, nota Donnet, non è certo tutto tranquillo, ma “sono abbastanza positivo, non è la prima volta che lo spread si muove”. Il manager francese aggiunge che “le elezioni danno un risultato, che può piacere o meno. Ma è giusto e logico che chi vince governi”. Detto questo, “se qualcuno pensa che l’Italia in futuro possa essere fuori dall’Europa sbaglia. Piuttosto, ci vuole più Italia in Europa”.