Giorgetti accusa Di Maio: “Propone un tradimento plateale del voto”. Poi avverte: “Non credo a un incarico al primo giro”
“Nessuno ha la maggioranza per fare il governo ed è un modo sbagliato mettere le condizioni”. Giancarlo Giorgetti fa carta straccia dei diktat di Luigi Di Maio che ieri si era detto disposto ad andare al governo con tutti tranne che con Silvio Berlusconi. “Prima di mettere veti vorremmo parlare con gli altri e vedere cosa si può fare per questo Paese“, ha commentato il capogruppo leghista alla Camera rispedendo così al mittente le condizioni poste dal Movimento Cinque Stelle alle forze politiche.
Nel giorno in cui il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, dà il calcio di inizio alle consultazioni per la formazione del nuovo governo, la partita a scacchi è ancora tutta da giocare. Le condizioni poste da Di Maio rischiano di far saltare qualsiasi tipo di intesa. “A meno di miracoli non credo che al primo giro di consultazioni ci sia un incarico – commenta Giorgetti ai microfoni di Circo Massimo su Radio Capital – credo vengano valutate tutte le pregiudiziali che mano a mano spero vengano rimosse”. Per il presidente dei deputati leghisti, però, c’è “un terreno su cui si può lavorare” per costruire un governo con il Movimento 5 Stelle. Ma c’è un “ma”. “Solo se cadono alcuni pregiudizi e alcune pregiudiziali – mette in guardia – il governo che nascerà deve essere forte”. Perché questo avvenga devo tutti fare un passo indietro. O, per dirla con le parole di Giorgetti, “trovare una via di mezzo”. Sia sulle alleanze sia sui programmi. “La Lega sola con il centrodestra avrebbe fatto flat tax senza reddito di cittadinanza” – argomenta il leghista – “il Movimento 5 Stelle da solo avrebbe fatto reddito di cittadinanza senza flat tax”.
Secondo Giorgetti, Di Maio propone “un programma alla tedesca con i tradimenti all’italiana, proponendo al Pd di lasciare Renzi e al centrodestra di lasciare Berlusconi“. Un tradimento “plateale, a poche settimane dalle elezioni“. “Di Maio vuole mettere condizioni a destra, non è il modo giusto per cominciare – spiega il leghista su Radio Capital – sappiamo che abbiamo avuto un mandato popolare, ma prima di mettere veti vogliamo parlare con gli altri, partendo dal programma di centrodestra”. A Mattarella, poi, dirà quello che il Carroccio intende “fare per cambiare questo Paese”. “Partiamo da questo – conclude – poi arriveremo al resto”.
Sergio Rame, il Giornale