Il preservativo, questo sconosciuto. I giovani non fanno sesso sicuro

Un’immagine simpatica, che spiega quello che i giovani dovrebbero fare

Disinibiti, sfacciati, sciolti. Il web rende più facile il corteggiamento e il rapporto con l’altro sesso, superando tabù e imbarazzi. Ma è quando si entra nel mondo off-line che gli adolescenti si scoprono dei veri analfabeti sentimentali. Tra emozioni, facili innamoramenti e impulsi sessuali, la prima volta dei millennials viene vissuta con un po’ di confusione almeno per quello che riguarda i rischi di contrarre malattie sessualmente trasmissibili. Secondo una ricerca dell’Istituto internazionale di Sessuologia con sede a Firenze, effettuata su un campione di ragazzi tra i 14 e i 18 anni, i primi rapporti arrivano tra i 15 e i 16 anni ma solo il 17% dichiara di usare il preservativo. Tradotto: 8 persone su 10 hanno rapporti non protetti.

«La maggior parte degli intervistati dice di usare precauzioni per evitare gravidanze, non per prevenire infezioni o malattie. Le donne sono condizionate da un fattore culturale, hanno paura ad apparire troppo disinibite per esempio portando il profilattico con sé. Per gli uomini, si tratta di un fattore prettamente fisico» spiega Elena Lenzi, didatta dell’Istituto internazionale di sessuologia e membro del comitato scientifico Federazione italiana sessuologia scientifica. Proprio sulla distinzione tra contraccezione e prevenzione che i giovani non hanno le idee chiare. Secondo gli ultimi dati dell’Istituto, solo il 14% degli intervistati ha consapevolezza della modalità di trasmissione delle malattie sessuali e solo il 7% risponde di aver cercato informazioni presso i consultori.

Può sembrare impossibile, vista la sovrabbondanza di informazioni sul web, eppure i giovani di sesso sanno poco. Stando ai dati di Federmarma Firenze, si sta registrando anche un aumento della contraccezione d’emergenza. Le vendite della cosiddetta pillola dei cinque giorni dopo sono aumentate del 25% nell’ultimo anno. «Da quando non esiste più l’obbligo di prescrizione medica per le maggiorenni, c’è stato un incremento delle vendite» sottolinea Marco Nocentini Mungai, presidente Federmarma Firenze (Confcommercio). «Il primo approccio – prosegue Lenzi – avviene tramite internet che dà un’immagine distorta della sessualità. Nelle scuole, a differenza di altre città europee, manca un corso di educazione sessuale, che è anche educazione al rispetto di sé stessi e del partner».

Sempre, secondo una ricerca dell’Istituto, il 38,8% degli intervistati riterrebbe utile avere percorsi di educazione alla sessualità a scuola. Il web quindi, al momento, è visto dai ragazzi come il miglior amico a cui confidare dubbi quando si cerca una risposta ai propri interrogativi sull’argomento. Con una conseguenza: che i rapporti nascano col piede sbagliato. «Negli ultimi anni – conclude Lenzi – c’è stato un aumento esponenziale del cosiddetto ‘sexting’, dei ragazzi che si scambiano, tramite foto o video, contenuti sessuali. Ci occupiamo della formazione di esperti che si relazionano ai giovani, loro ci raccontano che sempre più studenti ammettono di farlo». Secondo l’Istituto, almeno 1 ragazzo su 10 fa ‘sesso online’ e le vittime hanno principalmente tra i 12 e i 15 anni.

 Rossella Conte, La Nazione
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