Il governo di Emmanuel Macron, oltre a prevedere la creazione di una nuova polizia fiscale, ha deciso la pubblicazione mediatica del nome degli evasori e sanzioni amministrative ad hoc per i professionisti complici di frodi fiscali. L’obiettivo è recuperare risorse che sfuggono alle casse dello stato
Mano dura del governo francese contro l’evasione fiscale. Il governo di Emmanuel Macron ha presentato mercoledì 28 marzo il disegno di legge che prevede un pacchetto di misure contro l’evasione fiscale. Il testo, oltre a prevedere la creazione di una nuova polizia fiscale, stabilisce la pubblicazione mediatica del nome degli evasori e sanzioni amministrative ad hoc per i professionisti complici di frodi fiscali. L’obiettivo del governo è chiaro: recuperare nuove risorse che sfuggono dalle casse dello stato. I vertici del Ministero dell’economia francese infatti stimano che le frodi fiscali costino alle entrate pubbliche tra i 60 e gli 80 miliardi di euro l’anno. Il disegno di legge di Bercy, questo è il soprannome dato dai francesi al ministero dell’Economia, prevede la creazione di sanzioni amministrative ad hoc per «terze parti complici di frodi fiscali», ovvero studi legali o commercialisti che hanno sviluppato accordi fraudolenti al fine di ridurre il carico fiscale. Questi intermediari, che oggi beneficiano di una lacuna giuridica, saranno soggetti a sanzioni che vanno dai 10 mila euro al 50% degli onorari ricevuti. Viene quindi introdotta la pratica del «name and shame». La pubblicizzazione mediatica del nome degli evasori attraverso giornali o internet. Diventerà obbligatoria in caso di condanna penale, a meno che il giudice non prenda una decisione esplicita. Secondo Bercy, la misura avrà effetto su «diverse centinaia di casi all’anno», ha riportato il primo ministro, Edouard Philippe.
Ulteriore aspetto della legge presentata chiarirà l’emendamento approvato dal Parlamento nel dicembre 2016, che richiede, alle piattaforme online come Airbnb, di trasmettere automaticamente alle autorità fiscali le entrate generate degli utenti. «Specificheremo quali saranno le piattaforme interessate e quali informazioni dovranno trasmettere», riporta il primo ministro. Attraverso la riforma, sarà inoltre introdotta una procedura di constatazione amichevole per rimediare agli errori che verranno autodenunciati dai contribuenti. Il meccanismo, progettato per accelerare le procedure e migliorare i risultati della lotta contro la frode, non impedirà tuttavia la pubblicazione dei nomi dalla lista dei truffatori.
Lotta agli evasori che sarà attuata anche attraverso l’aumento dello scambio di informazioni tra le amministrazioni. L’obiettivo è lo sviluppo del data mining entro il 2021, al fine di indirizzare i controlli sui casi più sospetti. Questa tecnica, già utilizzata dal 2014 per le aziende e nel 2017 per i singoli individui, consente di rilevare i file a rischio, utilizzando un software che analizza le informazioni fiscali. Infine, la Francia esaminerà la sua lista di paradisi fiscali per renderla «più rilevante». L’elenco attuale di stati e territori non cooperativi è oggi basato unicamente sul criterio della cooperazione amministrativa. Bercy vuole integrarla con i criteri adottati dall’Unione Europea, ovvero trasparenza fiscale, equità e attuazione del piano anti erosione Beps.
Matteo Rizzi, ItaliaOggi