Secondo uno studio statunitense una persona malata può infettare altri passeggeri, ma il rischio è solo per chi si siede molto vicino e non per l’intera cabina
Se un passeggero sul vostro volo starnutisce, non dovete preoccuparvi, a meno che non sia seduto proprio vicino a voi. È facile pensare che in un ambiente chiuso come la cabina di un aereo sia impossibile sfuggire a virus e batteri trasportati dagli altri passeggeri. Ma in realtà il pericolo di contagio è piuttosto basso: il rischio di ammalarsi per chi non è seduto nei posti immediatamente adiacenti a quello del malato sarebbe infatti inferiore al 3%. A raccontarlo sulle pagine di Pnas è uno studio della Emory University e del Georgia Institute of Technology, che quantifica per la prima volta la probabilità di diffusione di virus e batteri durante un volo aereo.
Lo studio. Per stimare il rischio di contrarre una malattia infettiva su un aereo, considerato uno dei principali canali per la rapida diffusione di nuove infezioni ed epidemie, come, per esempio, la sindrome acuta respiratoria grave, o Sars, il team di ricercatori ha monitorato i movimenti dei membri dell’equipaggio e dei passeggeri durante 10 voli intercontinentali in partenza dagli Stati Uniti. Basandosi sui dati relativi ai movimenti dei passeggeri, i ricercatori hanno poi simulato la trasmissione delle malattie infettive, ipotizzando che il passeggero infetto fosse seduto in una fila a metà della cabina.
Il rischio.“I passeggeri seduti entro una fila di distanza o al massimo due posti laterali dal passeggero malato hanno l’80% in più di probabilità di essere contagiati”, spiegano i ricercatori. “Per tutti gli altri passeggeri, il rischio di ammalarsi è inferiore al 3%”. Secondo la ricerca, inoltre, i membri dell’equipaggio infetti potrebbero contagiare una media di 4,6 passeggeri per volo. “Pertanto, è importante che gli assistenti di volo non viaggino quando sono malati”, sottolineano i ricercatori.
Prevenzione. Considerando che tre miliardi di passeggeri prendono un aereo ogni anno, una delle principali preoccupazioni sulla salute pubblica è il rischio di trasmissione di malattie infettive durante i voli. Basta ricordare, infatti, l’allarme che si creò nel 2014, quando una donna che era stata infettata dal virus dell’Ebola volò da Cleveland a Dallas la notte prima che fosse ricoverata in ospedale, sebbene fortunatamente nessuno dei passeggeri era stato contagiato. “Questo studio dimostra chiaramente che il rischio di essere contagiati avviene a una distanza minore di quando abbiamo pensato finora”, ha precisato Robert Glatter, medico del Lenox Hill Hospital di New York, che non è stato coinvolto nello studio. “In generale, per ridurre il rischio di infezioni durante i viaggi aerei, bisognerebbe prestare una particolare attenzione al lavaggio e all’uso di disinfettanti per le mani”.
Marta Musso, La Repubblica