Basta armi su YouTube, via tutorial e istruzioni. Ma qualcuno già sbarca su PornHub

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Al bando i video che contengono suggerimenti per usare o modificare pistole, mitragliatori e fucili così come quelli che includano link a siti in cui acquistarne. Ma qualcuno sceglie una nuova piattaforma per proseguire le pubblicazioni

 

Anche YouTube, come Facebook, è da tempo al centro di polemiche e attacchi da più fronti per il tenore dei contenuti dei video. E dalle maglie, ancora troppo larghe, della moderazione. Da poco la piattaforma controllata da Google ha aggiornato le sue policy ed escluso dal sito ogni video che contenga armi da fuoco. Le nuove regole prevedono che contenuti che ritraggano armi, modifiche alle armi confezionati in diversi modi (che si tratti di video dimostrativi, how to cioè istruzioni all’uso e di altro genere) non avranno più diritto di cittadinanza sulla piattaforma. Così come i video che contengano link a siti in cui si possano acquistare pistole e fucili.
Al bando, secondo le policy, anche video che incitino e promuovano la “vendita diretta fra individui o link a siti dove si commercino armi”. Così come a clip che “forniscano istruzioni sulla produzione di un’arma da fuoco, munizioni, silenziatori o altri tipi di accessori”. Incluse dunque le clip in cui si spiega come convertire un’arma in automatica o se ne illustrino le capacità di fuoco. Si tratta della risposta che la piattaforma ha deciso di dare dopo l’ennesima strage in una scuola statunitense di Parkland, poche settimane fa, in cui sono state uccise 17 persone. Un tema che forse può toccare meno l’Italia, dove la vendita e la detenzione di armi e strettamente regolamentata, ma che ha colpito la sterminata comunità degli entusiasti del piombo. Alcuni canali sono stati del tutto oscurati (come Spike’s Tactical) e altri fortemente “mutilati” nei contenuti. A quanto sembrerebbe almeno uno dei vlogger più vivaci in termini di armi e affini, InRangeTv forte di oltre 100mila iscritti, abbia scelto un’atra piattaforma per continuare la pubblicazione. Peccato che sia il sito pornografico PornHub. Le prime mosse dell’ecosistema guidato da Susan Wojcicki risalgono allo scorso ottobre, dopo il massacro di Las Vegas che ha fatto 59 morti e oltre 500 feriti.

di Simone Cosimi, La Repubblica