Una startup torinese ha coniugato l’uso delle nuove tecnologie con la lingua classica
Adottata da 600 classi in Italia, implementa versioni e compiti scritti a mano
Scuse 2.0. «Ora mi dicono che mancava la connessione o che il telefono s’è rotto». Cambiano i tempi, il cane che mangia i compiti è superato, ma la tecnologia, contro la fantasia degli studenti, non può nulla. Ironia di una prof di Torino che, per prima, ha sperimentato un’applicazione sviluppata da una startup del capoluogo piemontese.
L’app si chiama Alatin e permette ai nativi digitali di studiare una lingua classica come il latino sullo smartphone. Le scuse restano, ma il progresso può facilitare la vita degli studenti alle prese con declinazioni e versioni.
I numeri del progetto, natoun paio d’anni fa, sono notevoli: 600 classi coinvolte, 1.200 docenti iscritti per un totale di 70 mila sessioni al mese. Da Torino, Alatin ha conquistato l’Italia. «Ogni mese oltre 10 mila studenti di liceo fanno i compiti su Alatin», si legge sualatin.it. «Il suo metodo per padronanza si adatta automaticamente alle loro necessità e somministra a ciascuno tanti esercizi quanti ne servono per raggiungere l’obiettivo prefissato».
La piattaforma è stata ideata da Matteo Boero, cofondatore e amministratore delegato di Maieutical Labs. «Abbiamo proposto un sistema complementare all’uso dei libri tradizionali», ha spiegato Boero.
Quaderni di carta ed esercizi tradizionali, comunque, restano. «Alatin, però, cambia la prospettiva», ha proseguito il fondatore della startup torinese. «I ragazzi lavorano per obiettivi raggiunti. Se svolgi bene un esercizio raggiungi un obiettivo, se lo sbagli se ne genera uno nuovo per continuare la preparazione su un determinato argomento. In questo modo, gli studenti diventano più autonomi nello studio».
«Abbiamo sceltoil latino perché è vero che i compiti scritti a mano sui quaderni sono importanti, ma ci rivolgiamo a nativi digitali che nella loro carriera lavorativa useranno sempre meno carta e sempre più testi digitali. Il latino», ha proseguito Barone, «si presta a questo discorso più della matematica. Senza contare che da anni lo studio delle lingue trova alleati nel mondo delle applicazioni web». Come accade, per esempio, per lo studio delle lingue straniere, a partire dall’inglese.
Alatin, in particolare, ha avutosuccesso nei licei scientifici che prevedono lo studio del latino. Patrizia Manzella, la professoressa che ha scherzato sui nuovi trucchi adottati dagli studenti per giustificare la mancata consegna di un compito, insegna però al liceo classico Alfieri di Torino. Dove, da un paio d’anni, utilizza regolarmente la nuova piattaforma. «Gli studenti, se vogliono raggiungere l’obiettivo, sono costretti a fare gli esercizi da soli», ha detto la docente a Repubblica Torino. Con Alatin, inoltre, è impossibile copiaretesti e versioni da internet. «Dalla piattaforma posso vedere i compiti svolti da tutta la classe, mentre un algoritmo mi permette di capire quali siano gli errori più frequenti per tornarci in classe se ho l’impressione che una regola non sia chiara».
«Per me», ha aggiunto Manzella, che si definisce una prof tradizionalista, «la versione e la scrittura a mano non si toccano, ma Alatin s’è rivelato un utile alleato. Anche perché, essendo stati tra i primi a utilizzarlo, i miei studenti si sono sentiti parte di una sperimentazione che ha innescato un comportamento virtuoso». E pazienza se qualche volta manca la connessione.
Gaetano Costa, ItaliaOggi