Onu contro la Svizzera: “Troppe agevolazioni fiscali”

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Le raccomandazioni dell’esperto argentino Juan Pablo Bohoslavsky in occasione dell’ultima sessione del Consiglio dei diritti dell’uomo dell’Onu. Secondo l’Ong Alliance Sud le pratiche della Confederazione sottraggono ogni anno 200 miliardi di dollari alle economie dei Paesi in via di sviluppo

Le Nazioni Unite rimproverano la Svizzera per la sua politica di agevolazioni fiscali, a favore delle multinazionali. In occasione dell’apertura, a Ginevra, della 37 esima sessione del Consiglio dei diritti dell’uomo dell’Onu, l’esperto argentino, Juan Pablo Bohoslavsky, incaricato di esaminare le ricadute del debito estero delle nazioni, sull’esercizio dei loro diritti economici e sociali, ha illustrato una trentina di raccomandazioni, affinché la piazza finanziaria elvetica diventi “irreprensibile”.

Raccomandazioni, va detto, che sono in sostanza le stesse dell’Ocse e del G20. Non deve, in sostanza, più succedere, come è stato il caso per Starbucks, che insediando a Losanna la sua sede commerciale, finisca per pagare solo 8,6 milioni di sterline di tasse, su una cifra d’affari di 3,3 miliardi. Per Bohoslavsky la Confederazione ha, dunque, ancora molta strada da compiere, per dimostrare la sua buona volontà a rinunciare  acomportamenti che ne hanno messo a repentaglio, per anni, la reputazione. Ad esempio il consulente delle Nazioni Unite si dice preoccupato per il “Progetto fiscale 17”, varato dal Governo di Berna in quanto “rischia di esacerbare la concorrenza fiscale, sia a livello internazionale che tra gli stessi Cantoni”.

“È un invito rivolto alle multinazionali perché trasferiscano i loro profitti in Svizzera, invece di pagare le imposte dove li realizzano”, ha dichiarato Juan Pablo Bohoslavsky, al quotidiano Le Temps di Ginevra. “Ciò mina, soprattutto nei Paesi del sud del mondo, la capacità dei Governi di assumere i loro impegni in termini di sanità, sicurezza sociale, educazione e creazione di infrastrutture”, dice ancora l’esperto argentino. A Repubblica il professor Sergio Rossi, docente di  macroeconomia ed economia monetaria a Friburgo spiega che il problema sollevato dal Consiglio dei diritti dell’uomo dell’Onu “non riguarda solo la reputazione della piazza economica elvetica, visto che danneggia l’economia globale, dunque anche le imprese che esportano dalla Svizzera i loro prodotti”. Secondo l’Ong Alliance Sud pratiche come quelle messe in atto dalla Confederazione sottraggono, ogni anno, 200 miliardi di dollari alle economie dei Paesi in via di sviluppo. “Se le nazioni cui la Svizzera sottrae risorse fiscali- conclude Rossi -potessero disporre di queste risorse, la loro economia funzionerebbe meglio e ne beneficerebbe il commercio internazionale.”

Franco Zantonelli, Repubblica.it