Nel suo intervento al World Economic Forum, la cancelliera tedesca ha attaccato il protezionismo e l’isolazionismo che caratterizzano la politica della Casa Bianca. Gentiloni: “Per il presidente proteggere gli interessi dei cittadini statunitensi è importante, ma non mettiamo in discussione l’intelaiatura delle nostre relazioni commerciali”
“Oggi, 100 anni dopo la catastrofe della Grande Guerra, dobbiamo chiederci se abbiamo davvero imparato la lezione della storia, e a me pare di no. L’unica risposta è la cooperazione e il multilateralismo”. La cancelliera tedesca Angela Merkel non nomina Donald Trump, ma il suo intervento al World Economic Forum ha come bersaglio il protezionismo e l’isolazionismo, cavalli di battaglia del presidente degli Stati Uniti che proprio alla vigilia dell’appuntamento in Svizzera ha imposto dazi contro prodotti di Cina e Corea del Sud.
Il “protezionismo non è la risposta, dobbiamo cercare risposte multilaterali, l’isolamento non aiuta. Chiuderci, isolarci, non ci condurrà verso un futuro sereno”, ha aggiunto Merkel che poi ha citato gli accordi conclusi dall’Europa con Turchia e Africa per la gestione dell’emergenza migranti come esempio di politiche che vanno nella giusta direzione.
In questo quadro va rafforzato il ruolo dell’Europa: “Abbiamo bisogno di un’Unione europea sempre più integrata”, dall’unione bancaria alla difesa comune, ha sottolineato la cancelliera.
Sulla stessa linea della cancelliera il presidente del Consiglio, Paolo Gentiloni: “Rispetto totalmente il fatto che Trump sia stato eletto con l’idea di mettere l’America ‘first’ e che stia cercando di andare in quella direzione. Ma, come europei e italiani, dobbiamo evidenziare il fatto che rispettare e proteggere gli interessi dei cittadini statunitensi, che è corretto, non può significare che noi mettiamo in discussione l’intelaiatura di quelle relazioni commerciali che si sono rivelati estremamente utili per la crescita”.
“Il dibattito è aperto – ha proseguito il premier da Davos – ma la base della discussione dovrebbe continuare ad essere il sostegno all’apertura, al libero commercio e agli accordi, non al protezionismo”.
Repubblica.it