La britannica Civil Aviation Authority: in 18 mesi sfiorati 267 incidenti per la cattiva conoscenza dell’inglese. E in Francia e in Spagna spesso non lo usano proprio
“What?”, il pilota e la torre di controllo (a volte) non si capiscono. Non vorremmo aggiungere motivi di ansia ai tanti che già esistono riguardo al volo, ma la britannica Civil Aviation Authority lancia un nuovo allarme sulla sicurezza, e nascondere la testa sotto la sabbia non è una soluzione. L’ente aeronautico denuncia che «troppi piloti sulle linee internazionali hanno uno scarso livello di conoscenza della lingua inglese» e questo potrebbe causare disastri.
Nel Regno Unito in soli 18 mesi per ben 267 volte ci sono state incomprensioni fra gli equipaggi e le torri di controllo, e per questo si è sfiorato l’incidente. Bisogna fare la tara: la nozione di incidente sfiorato è molto lasca in aeronautica, basta che un velivolo si sposti di pochi metri, rispetto alla posizione dovuta, in un corridoio aereo largo chilometri, e già scatta l’allarme. Comunque la Civil Aviation Authority ha documentato casi di vere e proprie situazioni di pericolo, ad esempio quella in un aeroporto delle Midlands, quando un pilota non ha capito le indicazioni degli uomini radar e ha cominciato a percorrere una pista senza autorizzazione.
Ma perché ci sono questi problemi? In alcuni Paesi i test di conoscenza dell’inglese, che è la lingua comune dell’aviazione, sono ridotti al minimo. Ma a volte non è un problema di cattiva conoscenza o cattiva pronuncia, ma proprio di mancanza di comunicazione in inglese: gli esperti britannici nel loro rapporto criticano quanto avviene Francia e Spagna dove sarebbe obbligatorio rivolgersi in inglese ai piloti dei voli internazionali, «ma questo spesso non accade».
La Stampa