Le motivazioni della sentenza che condanna il ministero al risarcimento: il diritto dei proprietari prevale sull’ordine pubblico. Ricorso del Viminale
Il ricorso e i danni
Nei mesi scorsi i proprietari della società «Oriental Finance» chiedono ai giudici civili di riconoscere i danni per il mancato utilizzo di due palazzi di via del Caravaggio a Roma. Denunciano che il 6 aprile del 2013 «sono stati occupati da 350 persone che poi manomettevano le centrali termoelettriche (che servono anche l’albero che si trova accanto) provocando un blackout, la rete idrica e antincendio oltre ad aver fatto lavori abusivi di ristrutturazione». E per questo vogliono l’indennizzo relativo ai mancati guadagni. Il 9 novembre scorso ottengono ragione. Il tribunale riconosce il diritto a ottenere la restituzione dei danni subiti a partire dal momento in cui la magistratura aveva ordinato il sequestro preventivo che però non è stato eseguito. Sono 266mila euro al mese dal settembre 2014 «e fino a che lo stabile non sarà completamente libero». Giorgio Spaziani Testa, presidente di Confedilizia, parla di «sentenza storica che deve spingere la politica a intervenire». Una posizione già espressa dal capo della polizia Franco Gabrielli che in un’intervista al Corriere aveva spiegato: «Il problema non è evitare gli sgomberi, bensì le occupazioni; impedire che si realizzino e si consolidino nel tempo. È così che si salvaguardano i diritti. E per fare questo sono necessari interventi e politiche sociali che non riguardano le forze di polizia.».
Gli obblighi dello Stato
La motivazione della sentenza fissa i ruoli che ogni parte in causa deve rispettare e mette al centro l’interesse dei cittadini, soprattutto quando è già stato deciso il sequestro preventivo dell’immobile. Nelle controdeduzioni l’avvocatura dello Stato ha spiegato che il Comitato per l’ordine e la sicurezza aveva deciso di intervenire «e aveva anche interessato l’amministrazione comunale per trovare delle soluzioni alloggiative temporanee per i casi più gravi». Una giustificazione che il tribunale non ritiene però sufficiente. E infatti viene sottolineata la necessità di «tutelare giuridicamente la pretesa dell’individuo proprietario dell’immobile a non essere ulteriormente pregiudicato dalla commissione del reato». Non solo. «Le forze di polizia — scrive il giudice — divengono vincolate, nell’attività di tutela dell’ordine pubblico e della pubblica sicurezza e del rispetto delle leggi, e in particolare nella tutela della legalità, a intervenire nell’interesse del singolo». Anche perché «sull’amministrazione dell’Interno grava l’obbligo giuridico di impedire l’altrui illecito vale a dire l’occupazione — e soprattutto di adottare in un lasso di tempo favorevole le misure necessarie per porre ad essa fine».
La nuova circolare
Il Viminale ha già presentato appello contro la sentenza e intanto viene ricordato come le nuove disposizioni — diramate a ottobre — delegano «ai prefetti la pianificazione degli interventi, ma soprattutto il coinvolgimento dei sindaci nella “mappatura” delle situazioni a rischio e nella necessità di trovare soluzioni alternative per fare fronte all’emergenza abitativa».
Fiorenza Sarzanini, Corriere della Sera