La strada verso il via libera alla riforma fiscale voluta dal presidente Donald Trump si e’ rivelata un po’ meno spianata del previsto. Nella serata di ieri, il leader di maggioranza al Senato, il repubblicano Mitch McConnell, ha annunciato lo slittamento del voto a oggi. La seduta riprendera’ questa mattina alle 11 di Washington con l’esame degli emendamenti. A incrinare il supporto della maggioranza repubblicana, che controlla il Senato con appena 52 seggi su 100, la stima della Commissione bipartisan sulla tassazione (Jct), che ha previsto un aumento del deficit Usa di 1.000 miliardi di dollari con la proposta di tagli alle tasse del Grand Old Party (Gop).
Trump aveva promesso una manovra a costo zero in termini di deficit perche’ le minori entrate fiscali sarebbero state compensate dalla crescita del Pil. Una delle opzioni sul tavolo e’ quella di aumentare alcune aliquote per scongiurare gli aumenti automatici delle tasse che scatterebbero se le entrate non riuscissero a coprire il costo dell’alleggerimento fiscale. E tra le ipotesi al vaglio per contenere l’aumento del deficit, l’incremento sopra il 20% dell’aliquota per le aziende. Secondo la Jct, la crescita economica indotta dai tagli alle tasse previsti nel disegno di legge Gop riuscirebbe a compensare solo 407 miliardi di dollari su 1.500 miliardi di costo della riforma nel prossimo decennio. Nella giornata di ieri e’ arrivato il cruciale sì del senatore repubblicano John McCain alla riforma al vaglio del Senato, mentre la collega di partito Susan Collins si e’ dichiarata ancora indecisa.
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