Secondo quanto riporta l’agenzia di stampa Reuters, che cita alcune fonti vicine all’inchiesta, le autorita’ saudite stanno raggiungendo degli accordi con alcune delle persone arrestate nell’ambito delle indagini sulla corruzione nel paese, garantendo loro la liberta’ in cambio della consegna di beni e denaro. Gli accordi prevederebbero la consegna di somme in contanti, separate dalle proprieta’ come azioni e immobili e la ricerca di conti correnti per garantire alle autorita’ somme in denaro. Secondo quanto riferito da una fonte anonima a Reuters, un uomo d’affari arrestato nell’ambito dell’inchiesta si e’ visto ritirare dal proprio conto corrente decine di milioni di riyal dopo aver firmato l’accordo. In un altro caso, un alto funzionario ha autorizzato le autorita’ a entrare in possesso di una propria partecipazione azionaria del valore di 4 miliardi di riyal, pari a oltre 900 milioni di euro. Il governo di Riad non ha commentato la notizia. Il 4 novembre, 11 principi, 4 ministri, 10 ex ministri e almeno due uomini d’affari sono stati arrestati dopo che il re Salman aveva creato per decreto un comitato anticorruzione presieduto da suo figlio, il principe della Corona Mohammed bin Salman, il 32enne ministro della Difesa, accreditato come probabile futuro erede al trono. Secondo quanto riferito dal procuratore generale saudita, lo sceicco Saud al-Mojeb, sono almeno 201 le persone arrestate nell’ambito delle indagini. Le accuse a loro carico vanno dalla corruzione, all’appropriazione indebita, al riciclaggio di denaro, all’abuso di potere. Negli scorsi giorni, il quotidiano statunitense The New York Times e il portale Middle East Eye, hanno riportato la notizia che almeno 17 degli arrestati hanno avuto bisogno di assistenza medica dopo aver subito aggressioni e ‘pestaggi’ da parte delle forze di polizia.