“Un errore storico”, quello di non far pagare le tasse appropriate alle multinazionali.
Hanno un po’ il sapore di un mea culta (tardivo) le parole di Jean-Claude Juncker, presidente della Commissione europea nonché ex premier del Lussemburgo, che oggi attacca la politica fiscale del Granducato e punta il dito contro il suo successore, Xavier Bettel e contro il ministro delle finanze, Pierre Gramegna.
«E’ un errore storico”, ha spiegato Juncker al giornale economico Paperjam, “non voler tassare ai livelli appropriati gli utili delle multinazionali che operano a livello planetario e che non pagano l’imposta dovuta”.
In un articolo pubblicato oggi sul giornale, l’ex premier accusa il nuovo esecutivo di bloccare la proposta francese di tassare i colossi del web sulla base dei ricavi realizzati nei paesi dell’Unione europea considerati singolarmente.
In effetti, nel corso del summit di fine settembre a Tallinn, Bettel aveva bocciato l’iniziativa del presidente francese Macron perché, a suo parere, una tassazione puramente europea dei colossi hi-tech potrebbe nuocere alla competitività del Vecchio continente. «Il Lussemburgo è aperto alle discussioni sul fisco delle web company, ma nel quadro dell’Ocse e tassando i profitti piuttosto che il fatturato», aveva spiegato il premier lussemburghese.
Il Lussemburgo non è il solo paese contrario alla proposta francese. A fargli compagnia ci sono – ça va sans dire – Malta, Cipro e l’Irlanda.
Elena Galli, ItaliaOggi