«Ma dobbiamo sempre cadere nel cicaleccio?», Monica Bellucci, subito prima di ritirare il premio Virna Lisi 2017 organizzato da Corrado Pesci, figlio dell’attrice scomparsa, non nasconde la stanchezza alla richiesta di tornare sul tema molestie. Una richiesta del resto inevitabile, visto che a consegnarle il premio è Giuseppe Tornatore, il premio Oscar recentemente accusato di comportamenti impropri che ha dovuto annunciare una querela per difendere la propria onorabilità.
«Fatemi almeno prima parlare di Virna Lisi», implora la Bellucci, terza vincitrice di questo premio dopo Margherita Buy e Paola Cortellesi: «La Lisi è una donna che ha un luce incredibile e dico ha, e non aveva, perché ritengo che il suo talento sia immortale e per me è un onore infinito ricevere questo riconoscimento. Lei ha saputo mantenere un grande equilibrio nella sua carriera, togliendosi anche la soddisfazione, con La reine Margot, di non mostrare la sua straordinaria bellezza e vincere un meritatissimo premio al Festival di Cannes». Passando al tema del giorno, Bellucci comincia con una premessa, fondamentale per far capire come il problema vada aldilà del mondo dello show business: «Qualsiasi donna, in qualunque ambiente del mondo, che sia di lavoro o meno, ha avuto a che fare con sguardi indiscreti e atteggiamenti impropri e chissà quante ragazze anonime debbono parlare di ciò che subiscono da anonimi datori di lavoro», sottolinea l’attrice, «noi donne, fin da bambine siamo costrette a misurarci con atteggiamenti che definire inopportuni è un pietoso eufemismo. Del resto io stessa da ragazzina, avevo solo quattordici anni, a scuola, o per strada, ho dovuto difendermi da queste cose. Per questo sono molto felice che le mie figlie siano nate in un momento in cui le donne hanno cominciato a parlare», continua Bellucci, «vuol dire che cresceranno in un mondo migliore». L’attrice non si stupisce del fatto che la maggior parte di queste denunce giungano a distanza di decine di anni dal misfatto perché, dice, «le donne sono state a lungo bloccate dalla paura. È un po’ come un uccello cresciuto in una gabbia: anche se apri la gabbia ci metterà del tempo per volare via, preferendo rimanere in quello che gli pare un rifugio sicuro». Bellucci tiene a sottolineare, però, che il problema dalla sessualità tracima nella sociopatia. «Tutto questo nasce nel mondo del lavoro, sono fatti legati a una situazione di potere», spiega l’attrice, «in queste molestie, in realtà, certi uomini non cercano nemmeno il sesso, quello di cui si nutrono veramente è la paura. Amano sentire la paura della donna, perché la considerano una preda e godono nell’essere cacciatori. È questa visione malata dei rapporti tra sessi che va cambiata: quello che sta succedendo è il primo passo per un cambiamento che porterà anche queste persone a considerare la donna come un essere umano». L’aspetto positivo, ricorda sorridendo l’attrice, «è che si vedono già delle differenze nei comportamenti maschili. Oggi gli uomini mi sembrano diventati molto più gentili». Ovviamente questa esplosione di denunce, non tutte provate, né provabili, ha anche le sue controindicazioni perché, dice Bellucci, «è come un’eruzione vulcanica, con la lava che va da tutte le parti». «La rabbia scatenata da anni di soprusi è comprensibile, ma bisogna stare attenti alle dichiarazioni affrettate, perché sarebbe un errore gravissimo fare di tutta l’erba un fascio e mettere le persone sotto accusa a vuoto». Il riferimento al caso Tornatore sembra evidente e infatti l’attrice parla del suo rapporto col grande regista: «Con Tornatore sono stata cinque mesi sul set di Malèna, poi ho girato una pubblicità e ho avuto anche una piccola parte in Baarìa», ricorda, «la nostra è un’amicizia ormai ventennale, ci sentiamo ancora oggi, lui mi ha sempre dato ottimi consigli e il nostro è un rapporto di amicizia, stima e rispetto. Grazie a lui mi si sono aperte tante porte e provo un grande affetto per lui e la sua famiglia. Per come lo conosco sono molto stupita delle accuse che gli sono state fatte e in questo momento penso a lui e alla sua famiglia».
il Mattino