La fibra fa rinascere la rete fissa, crescono gli abbonati

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I nuovi dati di Agcom, a giugno 2017, mostrano che per il terzo trimestre di seguito sono aumentati gli utenti di rete fissa, grazie alla banda ultra larga. Per la prima volta, Tim non perde clienti. Gli esperti: “è la prova che gli operatori sbagliavano a ritardare gli investimenti”

La rete fissa, araba fenice, rinasce grazie alla banda ultra larga, che sta conoscendo una crescita promettente di clienti. E Tim per la prima volta si gode un trimestre in cui non ha perso utenti. Per gli esperti è la prova che sbagliavano gli operatori che rimandavano gli investimenti in fibra ottica. Così commentano infatti i dati appena pubblicati da Agcom (Autorità garante delle comunicazioni), e relativi a giugno 2017, Francesco Sacco e Alfonso Fuggetta. Entrambi tra le massime autorità accademiche in ambito banda ultra larga, rispettivamente docente della università Bocconi di Milano e docente del Politecnico di Milano.

FIBRA OTTICA E RETE FISSA
I dati dicono per prima cosa che gli utenti di rete fissa sono cresciuti per il terzo trimestre consecutivo, nel secondo del 2017, grazie alla banda ultra larga. Sono aumentati di 880 mila in un anno. Sono diminuiti gli utenti Adsl (di 790 mila), mentre quelli in fibra sono cresciuti di 1,67 milioni. Significa che non solo gli utenti in fibra stanno aumentando; ma anche – cosa più importante – che per avere l’alta velocità della fibra quasi un milione di italiani è tornato ad avere la rete fissa a casa.
Tim per la prima volta ha arrestato la perdita di utenti fissi rispetto al trimestre precedente (+0,1%), e consolida la propria posizione di primo operatore. Ha il 45,5% di quota su banda larga.

Seguono Fastweb con il 15% (+0,2%), Wind Tre 14,9% (-0,3%), e Vodafone 13,9% (+0,7%). In fondo c’è Tiscali (3,3%) e Linkem (2,8%), che utilizza solo tecnologie alternative, ossia la banda larga wireless fissa (venduta anched a Tiscali, con Adsl e fibra). “All’aumento della velocità, aumenta la domanda di connessioni internet: è un principio confermato da molti studi e ora lo vediamo applicato anche in Italia”, dice Sacco a Repubblica. “La conferma che è un problema di offerta e non di domanda”, scrive Fuggetta su Twitter, con il link ai nuovi dati Agcom.

“Questi dati sono una critica indiretta all’impostazione di alcuni operatori che per anni hanno messo in stand by gli investimenti sulla rete ritenendo che non ci fosse abbastanza domanda”, aggiunge Sacco. “Ma l’offerta precede sempre la domanda. Gli utenti prima vogliono essere coperti da una buona tecnologia e poi ne maturano il desiderio”. “La fibra è molto più veloce dell’Adsl e si guasta molto meno- aggiunge Sacco. Il risultato è che ti dimentichi di avere una connessione internet, ossia tendi a darla per scontata… perché non hai più problemi; non la percepisci mai come troppo lenta per le tue esigenze”. La crescita degli utenti fibra continuerà, secondo Sacco, grazie al futuro boom di dispositivi domestici internet delle cose: “avremo a casa sempre più sensori per controllare il consumo di energia, del riscaldamento, e della nostra salute. Tutte cose che saranno collegate al Wi-Fi e richiederanno banda”.
Il Governo confida anche nella “fase due” del piano banda ultra larga, con 1,3 miliardi di euro per i voucher di incentivo all’acquisto delle connessioni. Per le aziende, una leva possono essere anche gli incentivi Industry 4.0. Nonostante gli ultimi dati promettenti, comunque, non si può essere ancora soddisfatti per il numero di abbonati, che sono circa il 15 per cento di coloro che sono stati coperti dalla fibra ottica (secondo dati di diversi operatori).

RETE MOBILE
Sul mobile, a conferma della previsione di Sacco, spicca l’aumento di sim M2M (machine2machine), che entrano per esempio in sistemi di allarme o nelle auto. Sono cresciute di 3,6 milioni in un anno, a fronte di una riduzione di 2,2 milioni delle sim tradizionali. Queste continuano a calare perché – spiega Agcom – le offerte degli operatori tendono sempre più ad allinearsi. Ossia, gli utenti hanno sempre meno vantaggi a tenere due o più sim attive, perché tanto le tariffe non sono così diverse da un operatore all’altro.

Con il 32,1%, Wind Tre è leader di mercato (35,8% escludendo le sim M2M), seguita da Tim (30,3%) e Vodafone (30,2%). Wind Tre perde 1,1%. su base annua; Vodafone guadagna oltre 1% portandosi a ridosso di Tim.

Nel segmento MVNO, il peso di PosteMobile, pur arretrando, rimane non lontano dal 50%, mentre Fastweb ragli investimenti in fibra nell’attesa rafforza la seconda posizione con un incremento del 3,3%. Prosegue in misura consistente la crescita della larga banda mobile: nel secondo trimestre dell’anno le sim che hanno effettuato traffico dati hanno sfiorato i 52 milioni (+5,6% su base annua), con un consumo medio unitario di dati di 2,37 GB/mese (+41,2%). Continua l’andamento negativo degli sms inviati (10,1 miliardi da inizio anno) che si riducono del 18% su base annua e del 76% rispetto al giugno 2013.

I prezzi
Agcom riporta anche un grafico con l’andamento dei prezzi dal 2001 al 2017, in Italia e in Europa. Risulta che nel nostro Paese sono calati moltissimo quelli per le telecomunicazioni (servizi, telefoni e cellulari): del 43,4 per cento, contro una media UE28 del 19,8 per cento. Dal 2015 l’andamento è invece quasi piatto. Fa eccezione la rete fissa negli ultimi tre mesi rilevati (marzo-giugno), in cui c’è stato un calo, come del resto anticipato da Repubblica.

Alessandro Longo, Repubblica.it