Alla fine l’amministratore delegato di Ryanair, Michael O’Leary, ha ceduto alle richieste dei suoi piloti. L’estroso manager della «low cost» irlandese ha inviato una lettera di scuse a tutto il personale e ha promesso una serie di migliorie nelle loro condizioni di lavoro, per cercare in questo modo di tenere legati al vettore comandanti e ufficiali.
Così ora potrebbero arrivare migliorie sui giorni di malattia (che verranno pagati contrariamente a quanto accade adesso), sul congedo maternità e su altre voci contrattuali. Ma soprattutto il manager ha promesso di allineare i salari dei piloti a quelli dei concorrenti di altre «low cost», come Jet2 e Norwegian, le due compagnie che avrebbero accolto a braccia aperte tanti ex di Ryanair.
Comunque nella lettera con cui il manager invita i piloti a rimanere con il vettore irlandese, pubblicata da Irish Independent, la causa del caos dei voli cancellati nelle ultime settimane viene attribuita a un «errore del management»: l’ipotesi invece della fuga dei piloti è stata più volte smentita dai vertici, ma l’ultima proposta avanzata da O’Leary ai suoi non sarebbe altro che la conferma.
Intanto sono più vicine le sanzioni per Ryanair da parte dell’Enac per la violazione dei diritti dei passeggeri. La compagnia irlandese – che ha prima cancellato 2mila voli fino a ottobre e poi 18mila fino ad aprile, lasciando a terra 700mila passeggeri – non avrebbe infatti dato le giuste informazioni ai viaggiatori. «Finora non sono state irrogate perché da parte di Ryanair è stata garantito l’adeguamento – ha detto il presidente di Enac, Vito Riggio – ma ancora non c’è stato, parlo soprattutto di mancate informative ai passeggeri in ordine ai loro diritti».
Nicola Lillo, La Stampa