I giornaloni saranno travolti dalla fuga dei giovani lettori

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(di Cesare Lanza per LaVerità) Scommettiamo che i grandi giornali (di carta stampata, i cosiddetti giornaloni) difficilmente riusciranno a fermare l’emorragia di copie? Sarò forse pessimista, questo mi è stato rimproverato venerdì sera da alcuni partecipanti al convegno sull’editoria organizzato da Costanzo Spineo al Golfo degli Aranci. Ma vi propongo alcune riflessioni. La prima: i giovani – il pubblico del futuro non leggono più. Anche se gli metti una pistola alla tempia, non costringeresti mai un ventenne ad avvicinarsi a un’edicola. L’informazione gli arriva da Internet, i notiziari sul Web, Facebook, tweet; sempre meno perfino dalle televisioni. In più, i grandi giornali non sono liberi. Oltre alla mancanza di tempestività (perché leggere domani ciò che posso sapere subito?) si annusa il cattivo odore di mancanza di libertà. I grandi gruppi editoriali appartengono a finanzieri e imprenditori con altri interessi prioritari: i giornalisti si accodano. A reggere rimangono piccoli, dignitosi quotidiani indipendenti, come La Verità e II Fatto Quotidiano, che danno notizie scomode, pressoché introvabili altrove. I lettori dei grandi giornali sono prevalentemente anziani. Ed ecco come sono serviti: notizie vecchie; approfondimenti spesso insinceri; editoriali lunghissimi, noiosi, superflui; caratteri minuscoli, di ardua lettura; eccesso fastidioso di parole straniere. Ad azzoppare i grandi giornali ci sono poi costi insopportabili, sproporzionati rispetto ai ricavi, peraltro in continua diminuzione. Aggiungo che, per confidare in una improbabile resurrezione, ci vorrebbero idee creative e radicali cambiamenti. Non se ne vede l’ombra. È davvero ingiustificato il mio pessimismo?