L’educazione si riconosce da piccoli gesti quotidiani

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(di Cesare Lanza per LaVerità) Scommettiamo che non sarà facile diventare un popolo di persone beneducate? Sono certo un brontolone, però mi urtano le piccole cafonerie. Ad esempio, avrete notato che i (pochi) posti a sedere, negli aeroporti e nelle stazioni, spesso sono occupati da bagagli, zaini, indumenti, libri e giornali. Forse qualcuno si è allontanato? Nient’affatto. Sono viaggiatori, incuranti delle esigenze degli altri, che si sono accomodati sistemando i bagagli su due o tre sedili. Ti avvicini, chiedi se i posti sono liberi, sgarbatamente ammettono di sì. Una volta un giovane – con il naso che gli si allungava come Pinocchio – mi ha detto che il posto era occupato dalla moglie. «Bene», ho risposto, «quando tornerà, le cederò il posto». E lui: «Arriva subito!». E io, che sono testardo: «E io mi alzerò subito…». Scuotendo la testa come se il maleducato fossi io, ha liberato la sedia. Dopo un’ora, nessuna traccia di mogli 0o fidanzate o compagne. Sono in questi giorni in Trentino: ieri in gita a un laghetto noleggiamo le sedie a sdraio, manco il tempo di mettere i piedi al fresco e le Sdraio sono occupate: una da un signore, le altre due da giacche e zaini. Chiediamo di poterci sedere e lui, sgarbato, replica: «Chi mi dice che voi abbiate pagato le sdraio?». Una nostra amica, giustamente acida: «Certamente voi non avete pagato. Questi invece sono i nostri scontrini». E finalmente il distinto signore si alza, senza una parola di scuse. Minuzie? Certo. Ma è nei minimi comportamenti che si vede l’educazione. Cosa mi dite di quelli che vi rubano il giornale e lo spiegazzano? E di quelli che vi sputano le gomme da masticare o vi buttano il mozzicone di sigaretta sui piedi? Minuzie? E allora mi fermo qui.