Il Governo risponde al movimento social: “stiamo studiando come fare”
Sui social è nata una vera e propria protesta, con tanto di hastagh: #Riscattalaurea. Un movimento creato dai giovani precari, da quegli studenti che hanno trascorso all’università anni di massimo impegno e che, oggi, temono per il loro futuro. Su Twitter e su Facebook, migliaia di post sono stati scritti, cliccati e condivisi, fino ad attirare l’attenzione del Governo. La richiesta? Poter riscattare gratuitamente la laurea, facendo rientrare quei tre o più anni di studio tra i contributi validi ai fini pensionistici.
Oggi, a parlare, è il sottosegretario all’Economia Pier Paolo Baretta, esponente del Partito Democratico. «Riscattare gratis la laurea? Stiamo studiando come fare. Di certo nella prossima Legge di Bilancio la priorità sarà favorire l’occupazione giovanile», ha dichiarato. Aprendo così uno spiraglio alle richieste dei giovani coinvolti. Oggi, il riscatto della laurea, ha infatti un costo commisurato al reddito percepito (in caso di assenza di reddito, i calcoli vengono effettuati su quello dei genitori che provvederanno al riscatto), ed è sufficientemente gravoso: versare per 4 anni 400 o 500 euro al mese, soprattutto quando si è lavoratori precari, è un “lusso” che pochi giovani possono permettersi.
Il sottosegretario ha poi spiegato che la proposta va studiata bene, e che sicuramente dovrà avere dei criteri, magari limitandosi a dare accesso al riscatto gratuito – riservato ai nati tra il 1980 e il 2000 – a chi ha finito gli studi nei tempi stabiliti, salvo le eccezioni di chi è fuori corso ma non per cattiva volontà. E ha specificato che, rendere retroattivo l’eventuale provvedimento, sarebbe impossibile per i costi troppo elevati.
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