(di Cesare Lanza per LaVerità) Scommettiamo… No, oggi non si scommette, sarei costretto a dire qualcosa di atroce, e cioè che noi umani diventeremo sempre più crudeli, anzi feroci, senza rispetto per la vita degli altri. Oggi per me è un giorno di lutto. Piango la morte del piccolo Charlie Gard. Piango – senza pudore, consentitemi – per la vergogna, l’indignazione e il dolore. La vergogna è quella di appartenere a una società in cui possono verificarsi (e sono accettate) crudeltà simili. L’indignazione riguarda i giudici e i medici, che hanno determinato, senza cuore, questo assassinio. Infine c’è il dolore: ci siamo immedesimati, era figlio nostro, i suoi genitori nostri amici, meritevoli di totale solidarietà. Sono orgoglioso che questo giornale prima e più di ogni altro abbia espresso sgomento e sostegno alla famiglia Gard, sono felice che Mario Giordano meglio di tutti abbia interpretato lo sconforto, la desolazione della nostra impotenza rispetto a chi – tempestivamente – avrebbe potuto agire: senza far sconti a nessuno, neanche al Papa. I genitori di Charlie hanno lottato finché hanno potuto, infine sono stati abbattuti dalla burocrazia, i rinvìi, le lungaggini dei ricorsi. Non gli è stata concessa neanche la possibilità (sostenuta economicamente da migliaia di donazioni) di tentare una cura sperimentale in America. Che giudici e medici si siano sovrapposti alla volontà dei genitori per decidere che si dovesse staccare la spina è qualcosa che grida vendetta a Dio. Tra qualche giorno, come sempre, non se ne parlerà più. Non so se il ricordo – sempre difficile da rimuovere, per tutti – peserà, nel tempo, sulla coscienza dei carnefici.