Il nuovo d.s. giallorosso chiarisce: “Con Francesco c’è già un accordo, dalla prossima stagione sarà dirigente”. E sul futuro del tecnico: “Sono venuto qui anche per lui”
Timbro di voce pacato, ma determinato. Come lo sguardo, orientato verso uno scopo che avrà bisogno del coinvolgimento di ogni risorsa del club per essere raggiunto: tornare a vincere. Monchi si presenta a Trigoria in una settimana resa difficile dalla sconfitta nel derby e dal riavvicinamento in classifica del Napoli. Dal mantenimento del secondo posto dipenderà un certo tipo di possibilità nella pianificazione del futuro tecnico della società. La sua volontà, è sintetizzata da una domanda che ha voluto rivolgere in conferenza stampa: “Credete che abbia lasciato Siviglia, la mia casa, dopo tutti questi anni, per venire qui a non vincere?”.
“A ROMA POSSO ESSERE ME STESSO” – Con un approccio pacato il nuovo direttore sportivo della Roma ha affrontato le tematiche che più preoccupano l’ambiente giallorosso: l’assenza di vittorie negli ultimi anni, le strategie per il prossimo mercato e le situazioni legate ai rinnovi contrattuali di alcune delle risorse più importanti dell’organico. Dopo l’introduzione dell’ad Gandini, Monchi ha voluto spiegare i motivi che lo hanno portato a legarsi a Trigoria: “Non mi considero il miglior ds del mondo ma una persona fortunata nella carriera vissuta. Ci sono stati più club interessati, dal blasone forse più appetibile. Ma a Roma vedo enormi possibilità per crescere e sognare e, cosa assai fondamentale per me, sapevo che qui avrei avuto la chance di poter lavorare essendo me stesso”.
“QUI ANCHE PER SPALLETTI” – Poi il neo ds non ha nascosto la volontà di lavorare con un professionista del calibro di Spalletti: “Uno di questi era legato alla possibilità di lavorare con Luciano Spalletti. Ero e sono entusiasmato dal poter collaborare con un allenatore così importante e cercherò di realizzare questa opportunità. Al momento, però, non possiamo distrarci: la priorità è il mantenimento del secondo posto. Ma conservo la speranza che Luciano possa restare: è uno dei motivi che mi hanno attratto qui e proverò a trattenerlo”.
“GAP JUVE? LA CHIAVE E’ IL LAVORO” – Obiettivo primario avvicinarsi quanto più possibile alla Juve, ma senza lasciarsi andare a facili illusioni. “Se avessi la formula magica cercherei di sfruttarla a mio favore: la chiave è il lavoro. Non soltanto quello di comprare e visionare giocatori, ma molto di più. Credo – prosegue Monchi – che i tifosi della Roma meritino che i propri sogni vengano realizzati e tutti dobbiamo aiutare il club remando nella stessa direzione. Sono sicuro che anche qui ci riusciremo: il mio obiettivo è quello di unire tutti, da Pallotta ad ogni dipendente della società, per raggiungere i nostri traguardi”. Un traguardo che lo spagnolo considera raggiungibile: “E’ dura, ma nemmeno impossibile. Nella rosa attuale disponiamo di ottimi argomenti da sfruttare per ridurre le distanze, ma dobbiamo continuare a lavorare molto”.
“TOTTI? VOGLIO IL SUO AIUTO” – Monchi sta già lavorando maniacalmente per il nuovo club: “Sto seguendo tre corsi accelerati, uno di italiano, uno per imparare i nomi di tutti quelli che lavorano qui. E uno di ambizione: l’accesso diretto alla Champions fornisce un introito importante, che però non è tutto. Dobbiamo preoccuparci di qualificarci per il prestigio e per ciò che significa nel poter riuscire ad attirare calciatori importanti a Trigoria”. Per farlo serve l’aiuto di chi conosce da anni all’ambiente, e in particolare il capitano, Francesco Totti:: “Chiedo che Totti sia il più possibile vicino a me per poter imparare cosa è la Roma. Lui è la Roma e se riuscirò ad apprendere anche solo l’1% di ciò che lui sa su questo contesto, mi riterrò già fortunato”. Monchi, quindi, ha già tagliato il nuovo abito del capitano, in veste dirigenziale:” So che Francesco ha un accordo col club per diventare dirigente dopo questo suo ultimo anno da calciatore”, aggiunge a sorpresa.
ROMA COME IL SIVIGLIA – Tante le analogie tra le politiche del suo Siviglia, e quelle con cui si ritroverà a confrontarsi nella capitale: “Le mosse al Siviglia erano forzate, necessarie per cercare di competere con gli obiettivi ambiziosi che ci eravamo fissati. Fortunatamente siamo riusciti a mantenere un buon livello di conti economici, facendolo conciliare con quello dei risultati sportivi. E qui alla Roma elaboreremo la strategia migliore per conseguire i successi sul campo. Il problema non è vendere, ma comprare male. Secondo voi sono venuto qui, lasciando la mia casa, per non vincere?”.
“MERCATO? NESSUN CARTELLO ‘VENDESI'” – Dando per scontato il rinnovo di Daniele De Rossi, il nuovo direttore sportivo giallorosso spiega le politiche che del suo prossimo mercato: “Non sono qui per vendere fumo, lo ripeto: non esistono giocatori incedibili al mondo. La Roma non è costretta a vendere, analizzeremo però tutte le offerte che perverranno per valutarle in termini di remunerazione ma, soprattutto, dei nostri obiettivi tecnici. A Trigoria non c’è alcun cartello ‘Vendesi’, ma ‘Qui si vince'”, conclude.
Matteo Monti, Repubblica