Sembra quasi uno scherzo. Un paio di settimane fa il gran capo della Mondadori, Ernesto Mauri, presentando i risultati del 2016 (relativamente buoni, dati i tempi) del gruppo di Segrate e della sua controllata francese, aveva fatto capire che proprio qui a Parigi stavano maturando i tempi per una bella acquisizione.
Tutti i cronisti che seguono il (relativamente piccolo) mercato dell’editoria avevano subito pensato a una ripresa delle trattative con il gruppo Lagardère, il secondo editore di periodici con testate come Paris Match, Tele 7 Jours, le JDD-Journal de Dimanche e tanto altro, da tempo in affanno e preda di una feroce guerra intestina tra il pdg Denis Olivennes e l’uomo di fiducia, il consigliere «très special» del vecchio Arnaud Lagardère, l’algerino Ramzy Khiroun, ex portavoce di Dominique Strauss-Khan.
Invece passano i giorni e che succede? Succede che Carmine Perna, direttore generale di Mondadori France, manager fedelissimo dello stesso Mauri (che continua a ricoprire la carica di presidente), annuncia, martedì sera 2 maggio, a Borsa chiusa, la cessione di Natura Buy, un sito di e-commerce specializzato nella vendita di prodotti per la caccia, la pesca, il campeggio, l’outdoor, che per quasi sei anni, dal 2011, aveva affiancato, con un certo successo commerciale (misurato dal numero delle inserzioni, oggi a quota 380 mila, e dalla crescita del fatturato) il cosiddetto «polo natura» del gruppo editoriale di Montrouge, la Segrate parigina. Valore dell’operazione: circa 10 milioni di euro con una plusvalenza di 4 milioni, come a dire più del 10% del margine operativo di tutto il gruppo che ha chiuso il 2016 con 320 milioni di fatturato e una trentina di margine (vedere ItaliaOggi del 22 marzo).
Prima di andare avanti va spiegato che cos’è questo «polo natura». Si tratta di tre testate dedicate alla caccia (Le Chasseur Français, la Revue National de la Chasse, entrambe mensili, e Le Grand Gibier, trimestrale) che vendono più di 300 mila copie e fanno 15 milioni di fatturato con un discreto margine operativo che le ha sempre salvate dalla vendita o dalla chiusura.
Nel 2011 si è pensato di affiancare a queste testate (gestite da un bravo manager mondadoriano, Tommaso Albinati) un sito di e-commerce specializzato. Natura Buy, appunto, una start-up nata per iniziativa di tre giovanotti che, da bravi francesi, avevano intuito la potenzialità del mercato «outdoor». In questi sei anni la start-up è cresciuta, il fatturato si è triplicato, ma la Mondadori non se l’è più sentita di andare avanti. «Non è il nostro mestiere» spiega Perna «per far crescere Natura Buy ci volevano risorse finanziarie che preferiamo destinare al nostro core business editoriale».
Il vantaggio del deal è doppio, per il venditore e per il compratore. Fuori dal perimetro Mondadori, infatti, il sito potrà crescere e svilupparsi sotto la guida del fondo d’investimento NextStage, quotato al segmento Euronext della Borsa e specializzato nel «turn-around» delle piccole e medie imprese.
Con i quattrini di NextStage, Perna avrà risorse finanziarie aggiuntive per provare a mettere a segno quella famosa acquisizione che Mauri aveva fatto intravvedere e che tutti si aspettano. Forse bisogna avere solo pazienza.
Il gruppo Lagardère, la preda, è in difficoltà su molti fronti: nel 2016 ha perso il 7% del fatturato nel segmento «presse» e ha deciso pure di liberarsi del suo numero uno, quel Denis Olivennes, che molti già vedono nello staff di Emmanuel Macron all’Eliseo. Ha già dato incarico a un cacciatore di teste di trovare il sostituto. Il momento è buono per tentare l’affondo.
Giuseppe Corsentino, ItaliaOggi