Pubblicità su dell’8% nel primo trimestre, tra carta e digitale
Si delinea sempre di più il nuovo piano di espansione di Mondadori che, secondo il suo a.d. Ernesto Mauri, ha «il dovere di guardarsi attorno per poter crescere, sia per svilupparsi all’estero sia per svilupparsi nel digitale, dove siamo ancora piccoli, e sia nel vedere operazioni di consolidamento».
Quindi, a margine dell’assemblea degli azionisti che ha approvato il bilancio 2016 con un utile netto di 22,5 milioni di euro, triplicato rispetto ai 6,4 milioni di euro del 2015 (vedere ItaliaOggi del 22/3/2017), Mauri ha precisato di aver «aperto una finestra sul mercato americano» coi libri illustrati targati Rizzoli (ex Rcs Libri). C’è poi la Francia da sondare tra i magazine, dove la casa editrice presieduta da Marina Berlusconi è già presente e dove «il perimetro è rimasto invariato, non siamo cresciuti». Oltralpe, peraltro, si era già tentata l’acquisizione di tre magazine dal gruppo Lagardère, anche se poi i francesi hanno ritirato la loro disponibilità. E ancora c’è l’Italia in cui Mondadori, per limiti Antitrust, può crescere ma solo nel segmento dei periodici, del digitale e dei libri scolastici. Sempre in Italia, infine, la rete di vendita delle librerie inaugurerà 115-120 negozi, andando a coprire «aree in cui non siamo presenti».
La filosofia sottostante, per l’a.d. di Segrate, è che «come operatori di questo settore (editoriale, ndr) calante, non possiamo perdere nessuna opportunità. Ci stiamo guardando in giro ma al momento non ci sono operazioni in vista. Guardiamo attentamente ogni singolo segmento». Anche perché gli obiettivi per l’anno in corso prevedono un utile su del 30% e ricavi sostanzialmente stabili. «C’è lo spazio e le condizioni per distribuire un dividendo», ha sottolineato Mauri precisando che comunque «è una decisione che spetta agli azionisti». Mondadori ha distribuito l’ultima volta un dividendo nel 2011, riferito all’esercizio 2010.
In attesa del cda del prossimo 11 maggio che approverà formalmente i conti del primo trimestre 2017, sempre secondo Mauri, i primi tre mesi dell’anno segnano «ricavi pubblicitari in Italia, tra carta stampata e digitale, in aumento dell’8%», incremento sostenuto perlopiù dal web dopo l’acquisizione di Banzai. In Francia, invece, il primo trimestre ha visto calare la carta stampata e frenare il digitale. Oggi i ricavi pubblicitari pesano per il 6% sul fatturato del gruppo e, comunque, questo primo periodo dell’anno «è in linea con la guidance fornita a inizio anno».
Nell’assemblea di ieri, poi, oltre ad aver dato il via libera alla modifica delle modalità di nomina del cda attraverso le cosiddette liste bloccate, i soci hanno approvato l’introduzione del voto maggiorato, a favore dei soci di lungo periodo, per almeno 24 mesi. «Non c’era alcun bisogno di blindarsi, potevamo contare già prima sulla maggioranza assoluta», è intervenuta Marina Berlusconi. «Scegliamo il voto maggiorato perché riteniamo sia giusto favorire una logica di investimento di lungo periodo, dando al management la possibilità di prendere scelte e seguire obiettivi di medio e lungo periodo in totale serenità. Inoltre crediamo che la stabilità dell’azionariato sia un fattore positivo e un valore per la società». Il maggiorato sarà introdotto anche in Mediaset? «Su questo non ho una risposta, vedremo», ha concluso la presidente di Mondadori nonché presidente della holding Fininvest.
E a proposito del Biscione, impegnato in uno scontro anche legale con la Vivendi di Vincent Bolloré, Marina Berlusconi ha aggiunto che «ciò che conta sono i fatti e i fatti sono che esiste un contratto vincolante che loro non hanno rispettato, poi c’è una richiesta danni da parte nostra di quasi 2 miliardi di euro». Senza trascurare il fatto che «è stato presentato un esposto alla procura che ha dato luogo a un inizio di indagine. C’è in aggiunta un provvedimento Agcom che ha stabilito che la posizione dei francesi è illegale». Riassumendo, a giudizio di Marina Berlusconi, «il problema è tutto loro: noi chiediamo soltanto che vengano rispettati gli impegni che si sono assunti e ci venga risarcito il danno enorme che ci hanno provocato». Ieri il titolo Mondadori ha chiuso a -2,16% a 1,81 euro.
ItaliaOggi