Cresce il disagio sociale. A gennaio, il Mic, Misery Index di Confcommercio, si è attestato su un valore stimato di 20,3 punti, tornando quindi sui livelli di giugno 2015, con una significativa accelerazione (+0,9 punti rispetto a dicembre) della tendenza che ha caratterizzato l’indicatore a partire da marzo 2016. L’andamento degli ultimi mesi, spiega Confcommercio, è stato determinato esclusivamente dalla componente relativa ai prezzi la cui variazione, per i beni ad alta frequenza d’acquisto, è passata dal -1,1% di marzo al +2,2% di gennaio. Per contro, sempre nello stesso periodo, la disoccupazione estesa è risultata stabile, come sintesi di una progressiva crescita delle componente ufficiale e di una riduzione di quelle relative alla cig ed agli scoraggiati.
A gennaio 2017 il tasso di disoccupazione si è attestato sui valori degli ultimi due mesi (+11,9%) con un aumento di tre decimi di punto su base annua. Il numero di disoccupati è aumentato di 2mila unità su base mensile e di 126mila rispetto all’analogo mese del 2016. Sempre a gennaio il numero di occupati è aumentato di 30mila unità rispetto al mese precedente e di 236mila unità nei confronti di gennaio del 2016. Nello stesso mese si è rilevata un’ulteriore significativa riduzione su base annua delle ore di cig autorizzate (-46,3%). A questa tendenza ha continuato a fare eccezione la cig ordinaria a causa del confronto con un periodo in cui era in atto il blocco delle autorizzazioni. Sulla base di questa stima si è calcolato che le ore di cig effettivamente utilizzate, destagionalizzate e ricondotte a ula (unità lavorative annue), siano aumentate, a gennaio, di 4mila unità su base mensile e diminuite di 46mila su base annua.
Sul fronte degli scoraggiati è proseguita la tendenza alla riduzione, imputabile al passaggio di una parte di questi dall’inattività alle forze di lavoro, con un calo di 7mila unità in termini congiunturali e di 142mila unità su base annua. Il combinarsi di queste dinamiche ha comportato una stabilità, in termini congiunturali, del tasso di disoccupazione esteso. Nello stesso mese i prezzi dei beni e dei servizi ad alta frequenza d’acquisto sono aumentati del 2,2% (+1,0% a dicembre), il valore più elevato dall’inizio del 2013, in conseguenza del permanere di tensioni inflazionistiche nelle aree degli alimentari freschi e dei carburanti. Al fine di controbilanciare gli effetti negativi sul reddito disponibile e sulla fiducia delle famiglie conseguenti alla ripresa del processo inflazionistico, in considerazione anche del fatto che gli incrementi più elevati si registrano per quei beni che contribuiscono in misura più significativa all’andamento dell’inflazione percepita, è necessario, sottolinea Confcommercio, che l’occupazione torni a crescere a ritmi più sostenuti rispetto a quelli registrati nella seconda parte del 2016.
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