Il Tribunale di Seul ha accolto le richieste dei giudici inquirenti sudcoreani e ha disposto l’arresto del vice presidente di Samsung, Lee Jae-Yong, l’erede designato del primo produttore globale di smartphone, un impero industriale del valore di mercato di oltre 80 miliardi di dollari, il terzo al mondo dopo Apple e Google. L’accusa nei suoi confronti e’ di corruzione, falsa testimonianza e appropriazione indebita, nell’ambito di una maxi-inchiesta che ha portato alla destituzione della presidente della Corea del Sud, Park Geun-Hye. Secondo i giudici c’era il rischio che Lee potesse occultare, o distruggere prove importanti, essenziali per ricostruire lo scandalo politico che ha coinvolto Park, il primo presidente donna della Corea del Sud, una vicenda complessa, a base di tangenti e favori politici, in cui Samsung gioca un ruolo importante, insieme a altri ‘chaebol’, le grandi conglomerate a conduzione familiare che contrallano, in maniera non sempre trasparente, gran parte dell’economia sudcoreana.
CHI E’ LEE JAE-YONG Il procedimento contro Lee rischia di durare a lungo, circa 18 mesi e Samsung deve correre ai ripari, visto che Lee, 48 anni, e’ l’erede designato dell’impero, che ha ricevuto dal padre, Lee-Kun-Hee. Lee senior si e’ dimesso nel 2008 per una brutta faccenda di fondi illeciti, poi e’ tornato al potere due anni dopo e nel 2014 e’ stato costretto a lasciare ancora, per un attacco di cuore, passando la gestione dell’azienda al figlio Lee. Nato a Washington, Lee junior si e’ laurato all’Universita’ di Seul, poi ha proseguito i suoi stidi in Giappone e successivamente alla Harvard Business School, senza pero’ ricevere un diploma di dottorato. Ha iniziato a lavorare ala Samsung nel 1991, nel 2009 e’ diventato chief operating officier di Samsung Electronics e nel 2012 vice presidente di Samsung.
LE TANGENTI SAMSUNG E IL RUOLO DELLA ‘SCIAMANA’ CHOI Lee e’ accusato dai giudici che indagano sullo scandalo della presidente Park di aver versato tangenti a un oscuro personaggio, Choi Soon-Sil, senza alcun incarico ufficiale, ma ribattezzata la ‘Sciamana’, o la ‘Rasputin’ sudcoreana, sotto inchiesta per aver utilizzato la sua relazione e amicizia con con la Park per estorcere denari alle grandi aziende sudcoreane. Pur di acquisirne i favori ed entrare nelle sue grazie, le grandi conglomerate sudcoreane avrebbero versato milioni di dollari a fondazioni private da lei create. Samsung, sarebbe stato il piu’ generoso: avrebbe donato oltre 30 milioni di dollari, alle fondazioni della Choi, seguito da Hyundai, SK, LG e Lotte. Le donazioni di Samsung e delle altre chabeol hanno travolto la Park, che e’ stata destituita nel dicembre scorso. Samsung e’ anche sospettata di aver versato 2,8 milioni di dollari alla Widec Sport in Germania, una societa’ controllata dalla sciamana. I soldi sarebbero serviti a sviluppare le attivita’ della federazione nazionale di equitazione, in vista delle Olimpiadi di Tokyo del 2020, anche se poi cifre ingenti sarebbero servite per pagare il cavallo usato dalla figlia di Choi, Jeong Yu-Ra e i suoi allenamenti. Tuttavia i rapporti tra Lee e Choi non si limintano alle tangenti, ma si legano anche all’ascesa del giovane erede designato Lee ai vertici del gruppo. La sciamana infatti avrebbe fatto da intermediaria per convincere l’importante azionista di una societa’ di Samsung, il fondo pubblico Nps, il quarto al mondo per valore di asset, ad approvare nel 2015 la fusione tra due aziende di Samsung, Cheil Industries e Samsung C&T, una controllata attiva nelle costruzioni. Il voto di Nps e’ risultato decisivo per approvare la fusione, un’operazione, del valore di circa 8 miliardi di dollari, fortemente avversata dall’azionista Usa di Samsung, Elliot Associates, e che e’ servita per spianare l’ascesa nel gruppo di Lee Jae-Yong. Lee infatti si e’ ritrivato a conrollare il 17% della nuova societa’, che a sua volta detiene la maggioranza di Samsung Electronic. In questo modo si e’ trovato la strada spianata per salire alla presidenza di Samsung Electronic. Anche l’ex presidente di Npl e’ accusato di abuso di potere e falsa testimonianza.