Non c’è nessun allarme sui conti dell’Inps, il disavanzo dell’Istituto deriva «unicamente da ritardi nei trasferimenti dello Stato che vengono anticipati dall’Inps e poi ripianati». Lo ha detto il presidente dell’Inps, Tito Boeri a margine di un convegno di Itinerari previdenziali spiegando che «le prestazioni sono garantite dallo Stato. Di conseguenza, ciò che conta non è il bilancio dell’Inps, ma dello Stato». Le cifre inoltre sono state già riferite in sede di presentazione del bilancio di assestamento 2016 e del bilancio preventivo dell’Inps per il 2017. È la replica immediata del presidente dell’Inps alla fotografia fatta dalla Corte dei Conti sulla solidarietà dell’Istituto di Previdenza Sociale.
I magistrati contabili in mattinata hanno sottolineato che se la gestione finanziaria di competenza ha chiuso il 2015 con un avanzo di 1,43 miliardi rispetto ai -7,01 del 2014 (anche grazie all’apporto dello Stato), il versante economico patrimoniale ha registrato, invece, una situazione in peggioramento dove lo scostamento tra i saldi finanziari e quelli economici è dovuto principalmente all’andamento dei residui attivi.
Boeri tranquillizza: «Pensioni garantite dallo Stato»
«Il rapporto con la Corte dei Conti – ha detto Boeri – è molto ricco e pieno di indicazioni e di stimoli. Lo stiamo leggendo con cura e recepiremo molti dei suggerimenti che vengono proposti. La Corte – puntualizza – non lancia alcun allarme sui bilanci. Si tratta di una questione contabile. Bisogna sempre ricordare ai cittadini italiani che l’Inps opera per conto dello Stato. Le prestazioni che garantisce vengono infatti decise dal Parlamento italiano, dal Governo e noi, semplicemente, ci limitiamo ad attuarle. Le prestazioni sono garantite dallo Stato. Di conseguenza, ciò che conta non è il bilancio dell’Inps, ma dello Stato».
La Corte dei Conti: il rosso dell’Inps di 1,73 miliardi
Il rosso è di 1,73 miliardi e per l’Inps si tratta del primo storico passivo in termini di patrimonio netto. Lo sottolinea la Corte dei Conti: «Il patrimonio netto è pari a 5,87 miliardi, con un decremento sul 2014 di 12,54 miliardi. A questo riguardo è da rilevare come, per effetto di un peggioramento dei risultati previsionali assestati del 2016 (con un risultato economico negativo che si attesta su 7,65 miliardi) il patrimonio netto passi, per la prima volta dall’ istituzione dell’ente, in territorio negativo per 1,73 miliardi».
Le entrate contributive infatti, segnano un incremento di 3,32 miliardi sul precedente esercizio e risultano pari a 214,79 miliardi. La spesa per prestazioni istituzionali ammonta a 307,83 miliardi, con un incremento rispetto all’anno precedente di 4,43 miliardi, ascrivibile principalmente all’aumento della spesa per pensioni (+4,26 miliardi), pari in valore assoluto a 273,07 miliardi. Le pensioni vigenti sono oltre 21 milioni, di cui circa l’82% previdenziali. Nel corso del 2015 sono state liquidate 671.934 nuove prestazioni previdenziali e 571.386 nuove prestazioni assistenziali, con un incremento rispettivamente dell’8,5% e del 6,2% sul 2014.
IL SECOLO XIX