Borse Ue ben impostate in attesa dell’esito della riunione del Fomc. Occhio alle statistiche Pmi del settore manifatturiero di molti Paesi della zona euro. Entro questa sera la risposta dell’Italia a Bruxelles. Banche in rimonta, compresa Unicredit che annuncerà oggi il prezzo dell’aumento di capitale
Borse europee ben impostate in avvio in attesa dell’esito della riunione di politica monetaria del Fomc. Non sono attese modifiche ai tassi, dopo il rialzo di dicembre, ma indizi utili a capire come gli esponenti del board vedano la situazione dell’economia americana nell’era di Donald Trump e quali potrebbero essere le tempistiche dei prossimi ritocchi verso l’alto dei tassi Usa.
I riflettori a livello macro sono puntati sulle statistiche Pmi del settore manifatturiero di molti Paesi della zona euro relativi a gennaio, tra cui Italia, Germania, Francia e Spagna. Per Roma le attese convergono su 53,3, una lettura leggermente migliore del 53,2 visto a dicembre, massimo da sei mesi. In agenda anche il dato finale relativo all’intera zona euro che dovrebbe ricalcare il 55,1 della stima flash.
Il premio di rendimento tra Italia e Germania sul tratto decennale riparte da quota 183,2 punti base e il tasso del decennale dal 2,27%. Entro questa sera è prevista la risposta dell’Italia a Bruxelles sulla richiesta di una correzione da 3,4 miliardi di euro del deficit strutturale. Per evitare la procedura di infrazione, Roma ha fatto sapere di essere disponibile a mettere mano a un aumento dell’Iva e offrire nuovi impegni contro l’evasione fiscale.
In quest’ottica è da monitorare anche l’intervento di Moscovici a Bruxelles su politica e armonizzazione della tassazione nell’Unione europea. Comunque, secondo fonti di stampa, il governo proporrà una soluzione in due tempi, rinviando parte della correzione a dopo l’estate. Intanto oggi Germania e Grecia mettono a disposizione degli investitori la prima 4 miliardi in titoli a 5 anni con scadenza aprile 2022, la seconda 625 milioni di titoli a 6 mesi.
Il dollaro recupero terreno dopo il minimo di sette settimane toccato nella notte sulla scia delle crescenti preoccupazioni che gli Usa possano abbandonare la politica ventennale del “dollaro forte”. Al momento il cambio euro/dollaro vale 1,0781 dopo aver chiuso ieri a 1,0781, mentre il dollaro/yen viaggia a 113,478 da 112,78. A Piazza Affari l’indice Ftse Mib segna un +0,77% a quota 18.733 punti.
Unicredit (+2,82% a 25,87 euro) annuncerà oggi il prezzo delle nuove azioni dell’aumento di capitale da 13 miliardi di euro. Se il mercato non risponderà al meglio, saranno gli istituti di credito a farsi carico del problema, in cambio riceveranno commissioni nell’ordine di 350 milioni. L’aumento di capitale partirà lunedì e si concluderà il 24 febbraio.
Le nuove azioni saranno probabilmente offerte a un prezzo determinato sulla base di uno sconto sul terp (prezzo teorico dopo lo stacco del diritto) tra il 30% e il 40%. Sul prezzo di chiusura di ieri dell’azione, lo sconto del 30-40% corrisponderebbe a un prezzo di emissione compreso fra 6,70 euro e 11,30 euro.
In rialzo anche Intesa Sanpaolo (+1,11% a 2,194 euro) in attesa che la banca guidata da Carlo Messina alzi il velo sull’offerta per Generali (+1,49% a 14,96 euro): potrebbe farlo alla fine di questa fine settimana o più probabilmente all’inizio della prossima. Sul fronte antitrust, in particolare, appare evidente che il nuovo aggregato sarà costretto a dismettere una fetta importante delle attività assicurative italiane, vista la sovrapposizione tra Generali e Intesa Sanpaolo Vita. Anche questa volta pronta a farsi avanti sarebbe Allianz , che già nel 2014 ha approfittato dell’operazione di fusione tra Unipol e Fondiaria Sai per prendere gli asset di Milano Assicurazioni.
Resta dimessa Leonardo (+0,17% a 11,94 euro), ieri sceso del 2,3% sulla notizia della condanna del ceo, Mauro Moretti, a sette anni di reclusione per la strage di Viareggio del 2009. Ieri sera il cda del gruppo della Difesa ha espresso piena fiducia nei confronti del top manager. Il Tesoro, azionista di controllo di Leonardo , dovrebbe presentare intorno a marzo la lista dei candidati al consiglio di amministrazione. L’assemblea si terrà ad aprile.
Nel settore del lusso, premiati i conti di Ferragamo (+3% a 25,20 euro) che ha chiuso il 2016 con ricavi consolidati pari a 1,438 miliardi di euro, in crescita dell’1% rispetto al 2015 (nel solo quarto trimestre i ricavi sono saliti del 4%). Stamani Deutsche Bank ha alzato il target price sull’azione da 18 a 19 euro, confermando la raccomandazione hold. Meno gettonata Safilo (-2,18% a 6,71 euro) che ha chiuso il 2016 con vendite nette pari a 1,253 miliardi di euro in calo del 2% a cambi correnti e del -1,2% a cambi costanti. Le attese degli analisti erano di ricavi per 1,25 miliardi.
Infine, in attesa a mercato chiuso dei dati sulle immatricolazioni auto in Italia a gennaio, Fiat Chrysler Automobiles segna un +1,29% a 10,23 euro. Stamani Citigroup, seguendo altri broker, ha alzato il target price sul titolo da 5 a 8,5 euro, ma il rating resta sell. “Abbiamo sbagliato, Fca ha raggiunto gli obiettivi 2016 e ha generato cassa”, hanno ammesso gli esperti citati dall’agenzia Mf-DowJones, secondo i quali però affinché l’azione continui a salire “è necessario che tutte le cose vadano bene”, mentre “la disputa con l’Epa” o l’effetto delle tasse sulle importazioni negli Stati Uniti “potrebbero rovinare la festa”.
Francesca Gerosa, Milano Finanza