L’amministratore delegato spiega la posizione di Poste e come stia educando la propria clientela nel nuovo scenario di tassi zero con rendimenti nulli per i prodotti postali. Ad aprile, 45 giorni per i sottoscrittori del fondo Irs per aderire al risarcimento: partiranno le raccomandate. Sugli altri fondi: “Vedremo a delisting avvenuto”
“Siamo un’azienda di mercato, ma abbiamo anche degli obblighi sociali”. Così l’ad di Poste Italiane, Francesco Caio, ha risposto durante l’audizione per il collocamento presso il pubblico indistinto di prodotti immobiliari rischiosi davanti alle commissioni riunite di Finanze, Trasporti e Poste e Telecomunicazioni.
Il gruppo ha collocato 4 fondi immobiliari, considerati rischiosi perla lunga durata e la difficoltà nel venderli sul mercato. Il fondo Irs è giunto a scadenza a dicembre con forti perdite per i sottoscrittori e per andare incontro ai risparmiatori, le Poste hanno offerto una possibilità di risarcimento in contanti per chi ha più di 80 anni e con una polizza Vita per gli altri da tenere per almeno 5 anni. Per altri tre strumenti in scadenza nei prossimi anni – Obelisco, Europa Immobiliare 1 e Alpha 1 – e dalle performance deficitarie, “ogni iniziativa” viene rimandata da Caio “a quando avverrà il delisting“.
“Per noi è importante inquadrare la nostra iniziativa del risarcimento del fondo Irs in una campagna informativa di educazione finanziaria”, rimarca Caio all’esordio della sua relazione. Poste Italiane opera nel settore della intermediazione finanziaria con Banco Posta: la sua offerta deve essere conforme alle regole delle Authority. “Banco Posta fabbrica alcuni servizi in casa, altre volte li compra da fornitori”, spiega Caio. “Le categorie di offerta sono 4: i servizi bancari di pagamento (come i bollettini), il risparmio postale (in genere a capitale garantito come i buoni postali e i libretti), i servizi di investimento (fondi, senza garanzia di capitale), prodotti assicurativi (polizze Vita o di protezione)”, aggiunge Caio dicendo che Poste ha circa mezzo triliardo di masse amministrate o gestite.
“Poste ha un ruolo sia di azienda sociale che di mercato, ma oggi i tempi sono cambiati”, sostiene Caio. “Oggi i mercati finanziari sono diversi, siamo in un mondo a tasso zero: i rendimenti dei titoli di Stato nel 2014 rispetto al 2017 sono precipitati passando dal 2,6% allo 0,71%. Oggi i prodotti che danno capitale garantito rendono zero”. “Se qualcuno vuole guadagnare deve prendersi qualche rischio: chi ha tanti soldi può andare dal private banker che organizza il portafoglio per avere un 3 o 4 %. Chi non ha soldi è da solo a decidere se tenere i soldi fermi ma garantiti o rischiare”. “Questo secondo percorso ha in sé la possibilità di una perdita. Nella storia, invece, Poste italiane ha sempre offeto una posizione di rendita certa, il cui guadagno è stato garantito dall’inflazione. Oggi i rendimenti dei prodotti postali sono pari a zero, garantiscono il capitale ma non danno rendimenti”.
“Noi non stiamo finanziarizzando Poste, ma postalizzando la finanza, cercando attraverso alcune piattaforme di avvicinare i nostri risparmiatori alla finanza, perché siamo un’azienda duplice, di mercato e sociale. Dobbiamo aiutare i clienti a scegliere e dobbiamo formare i nostri dipendenti”. Nel 2015 i buoni postali erano il 43% del portafoglio ora sono scesi al 42% in un contesto a tasso zero. “Bisogna profilare i clienti secondo la Mifid e aiutarli a scegliere: non vendiamo prodotti a rischio a chi non è stato profilato”, sostiene Caio. L’offerta deve essere sempre più coerente con il profilo di rischio del consumatore che ci sta davanti. “Da qualche anno Poste opera in questo modo”.
“L’iniziativa sul fondo Irs – continua Caio – si inserisce in un contesto di mercato che fa riferimento a più di dieci anni fa. Poste Italiane ha collocato 4 fondi non gestiti da lei. Ha distribuito l’11% di quesi fondi, altre reti il resto. Il valore dei fondi è lo 0,2% della raccolta di Poste. Le Sgr hanno gestito i fondi subendo le perdite come le hanno subite altri fondi sul mercato”. “Abbiamo lanciato una iniziativa che è un unicum. Siamo in una posizione di svolgere una alfabetizzazione dei clienti, rafforzando il legame di fiducia con i risparmiatori”. “Il fondo Irs valeva 2.500 euro a quota e ha dato 658 euro di rendimento. A fine dicembre ha comunicato che avrebbe rimborsato 390 euro. Mancano all’appello 1.452 euro per singola quota. Offriamo a chi ha 80 anni al 31 dicembre 2016, il rimborso in contanti, per gli altri offriamo la sottoscrizione di una polizza che ha la caratteristica di generare quei ritorni necessari a ripianare la perdita anche con un contributo di Poste”. “Abbiamo concluso con i consumatori anche la creazione di una conciliazione paritetica in cui intervenire in modo diverso da quelli stabiliti”. “Ad aprile ci sarà un periodo di 45 giorni per adottare queste polizze di recupero presso tutti gli uffici postali”, spiega Caio, mentre i clienti interessati saranno informati attraverso raccomandata dell’offerta di rimborso di Poste (è prevista una delega per coloro che sono all’estero o impossibilitati a recarsi personalmente agli sportelli).
Sollecitato dalle domande dei parlamentari, il numero uno della società delle lettere difende la rete di collocamento dicendo che “non c’è pressione – o non dovrebbe esserci – su questo o quel prodotto: nella ripartizione degli obiettivi tra gli uffici abbiamo degli strumenti che cercano capire anticipatamente quanta raccolta di risparmio si può fare su un territorio, a seconda della tipologia della popolazione di riferimento”. Caio sottolinea che i prodotti “a rischio” vengono venduti “solo a clienti che dimostrino un’adeguata consapevolezza”.
Quanto alle verifiche delle autorità, Caio dice che è “in atto un percorso: abbiamo ispezioni regolari con Bankitalia, Consob e Ivass, che viviamo come opportunità di miglioramento”. Dribbla invece le questioni su quel che accadrà con gli altri fondi collocati, che in almeno due casi su tre presentano andamenti simili a quelli del fondo Irs: “Per questi altri strumenti monitoriamo l’andamento, ma per ora ci concentriamo su Irs. Abbiamo vincoli ad agire solo quando avremo la contezza normativa e contabile sull’andamento delle quote: ogni iniziativa potrà esser messa in campo solo quando avverrà il delisting dei fondi”. Anche sulle iniziative verso il management del passato, responsabile nei primi anni Duemila di quei collocamenti: “Non siamo qui a giudicare la notte dei tempi. Concentriamoci su questa iniziativa, che è un unicum nel panorama italiano, poi valuteremo iniziative”.
La Repubblica