Il prossimo 3 febbraio sarà approvato il nuovo regolamento Ads per certificare le diffusioni di quotidiani, settimanali e mensili, secondo quanto risulta a ItaliaOggi. Questo vuol dire che, a meno di nuovi sconvolgimenti, la società Accertamenti diffusione stampa (Ads) ha trovato la soluzione tecnica che mette d’accordo gli editori sui due principali nodi da sciogliere: le copie digitali multiple e il prezzo delle copie digitali in generale. È infatti dallo scorso giugno che Ads ha sospeso le rilevazioni delle copie digitali multiple, iniziando a non pubblicare quelle riferite ad aprile 2016.
E ancor’oggi, per l’appunto, il monitoraggio è incompleto. Ma nel frattempo Ads ha chiesto una consulenza tecnica e ascoltato vari pareri esterni.
Se il problema era tracciare per poi certificare il numero di copie che un editore vende a un’azienda, per esempio, che a sua volta le gira ai suoi dipendenti, adesso la soluzione trovata passa attraverso, tra l’altro, una maggiore importanza da dare ai riferimenti del lettore finale come il suo numero di utenza aziendale o l’indirizzo su cui riceve la copia in questione. Non basta l’indirizzo generico dell’azienda che compra in blocco un certo numero di copie digitali.
Tra i vari pareri richiesti da Ads, però, ne è arrivato uno che ha aperto un altro vaso di Pandora: per rispettare la concorrenza il nuovo regolamento non può dare indicazioni di prezzo sulle copie digitali (multiple, singole e abbinate), ha fatto presente l’Antitrust. Per esempio, nel caso di quelle multiple, le regole attuali indicano che «il prezzo (…) deve essere almeno pari al 30% del prezzo di vendita dell’edizione cartacea». Oggi, per rispettare l’avvertimento, il compromesso è che verranno pubblicate le fasce di prezzo con cui vengono vendute le copie digitali.
di Marco A. Capisani, Italia Oggi