Carla Sozzani non gestisce più, perlomeno direttamente, tutte le attività al dettaglio del celebre concept store «10 Corso Como» a Milano. I gravi problemi di indebitamento della società Dieci srl, che ha accumulato passività per 13,4 milioni di euro di cui 5,5 milioni verso il fisco, hanno determinato una serie di difficoltà sfociate in una riorganizzazione del gruppo.
In sostanza, ora, la Carla Sozzani editore si impegnerà, prevalentemente, nella attività editoriale (cataloghi e libri d’arte), in mostre d’arte o fotografiche, in consulenze in strategie di immagine. Continuerà, poi, a seguire il commercio di abbigliamento e accessori all’ingrosso, attraverso la società 10CC srl, controllata al 100%.
Esce invece quasi completamente da tutte le altre società che seguivano più direttamente le attività al dettaglio: Dieci srl, ovvero la società più importante del gruppo, quella che cura il commercio al dettaglio di abbigliamento su una superficie di 436 metri quadrati in corso Como, ora è controllata al 96% da Fidor spa, la Fiduciaria Orefici della famiglia Vedani, dietro la quale si potrebbe celare il reale nuovo azionista. Solo l’1% resta a Carla Sozzani editore, e il 3% a Donato Maino, amministratore del gruppo e padre della figlia di Carla, Sara Maino.
La società Dieci srl ha chiuso l’esercizio al 31 gennaio 2016 con un valore della produzione di 7,3 milioni di euro, in crescita rispetto ai 6,4 mln del 31 gennaio 2015, ma con perdite per 293 mila euro (709 mila euro di rosso nel 2015).
Anche la O.T. srl, che cura le vendite al dettaglio di accessori in corso Como su 140 metri quadrati, è stata ceduta il 7 marzo scorso per l’87% a Fiduciaria Orefici, con un 10% nelle mani di Donato Maino e un 3% alla Sozzani. E, infine, pure la C Tre srl, che si occupa delle attività di bar e ristorazione, è passata il 29 febbraio scorso alla Fiduciaria Orefici al 96%, con un 3% a Carla Sozzani e un 1% a Donato Maino.
Carla Sozzani editore ha chiuso l’esercizio al 31 gennaio 2016 con ricavi per 3,1 milioni di euro (in flessione sui 3,3 mln al 31 gennaio 2015) e un utile di 87 mila euro. Ha, però, ancora 2,3 milioni di crediti concessi come forme di finanziamento alle società di cui ora ha perso il controllo, e debiti in crescita a 5 milioni di euro, rispetto ai 4,1 mln del passato esercizio.
Claudio Plazzotta, ItaliaOggi