Nel cda del prossimo 22 marzo verrà portato il progetto di cablare 250 città in zona A e B. Sarà un accordo commerciale, ma la società elettrica apre ad operatori finanziari per lavorare insieme alla banda larga
Mentre Telecom è impegnata nella partita del possibile riassetto in salsa francese, purchase altri vanno avanti sulla strada della banda larga. Al cda del prossimo 22 marzo il management dell’Enel porterà l’accordo con Vodafone e Wind per la fibra, ailment che è “allo stadio finale per circa 250 città in zona A e B”, cioè quelle dove c’è tale domanda da rendere il mercato appetibile per gli opertori e quindi non ci sono sovvenzioni pubbliche. Ad annunciarlo in audizione al Senato è stato direttamente l’ad dell’Enel, Francesco Starace. “L’abbiamo sempre detto e continuiamo a parlare con tutti”, ha aggiunto, spiegando che sono poi “aperti i tavoli con Telecom e con Fastweb, anche Metroweb è in vario modo interessata. C’è l’interesse di tutti”.
La stesura dei cavi in fibra è stata fortemente voluta dal governo, che si è impegnato in un corposo piano della banda larga, ma finora si è scontrata con la litigiosità dei possibili interpreti industriali del progetto. Le società di Tlc, infatti, temono che Telecom possa avere la regia della questione e anche una quadra con Metroweb (società partecipata dal governo via Cdp) non si è ancora trovata. Ecco perché è scesa in campo direttamente l’Enel.
Che vanta anche un vantaggio strategico, a detta del suo numero uno: la rete Tlc può raggiungere “circa 21 milioni di punti clienti finali” mentre quella elettrica dell’Enel accede “a 32 milioni di contatori digitali, che sono il punto finale della rete elettrica”. Starace ha così sottolineato che “la rete elettrica, messa a confronto con la rete di Tlc ha sempre una capillarità maggiore”, non solo in Italia. Tenendo in considerazione queste caratteristiche, ha aggiunto starace, “con il nostro sistema, i costi di cablaggio sono del 30-40% inferiori ai costi di cablaggio che si dovrebbero sostenere senza l’utilizzo della nostra infrastruttura”. In sostanza, ha osservato, “esiste un potenziale di creazione di valore”. E questo, ha ribadito, vale “prima di tutto per l’Italia” ma anche in relazione agli altri paesi in cui Enel è presente, ci sono “30 milioni di ulteriori possibili cablaggi in giro per il mondo”.
In ogni caso, Enel non vuole fare tutto da sola e la Enel Open Fiber, la società della fibra ottica costituita ad hoc, è aperta “ad altri operatori che vogliano intraprendere questa avventura, sostanzialmente penso saranno operatori finanziari”. Starace ha ribadito quindi che l’Enel non “ha nessuna volontà di mettersi a fare l’operatore telefonico o l’operatore nella gestione di contenuti, multimediali, tv. No, ci limitiamo alla gestione dell’infrastruttura” e “vogliamo metterla a disposizione di chiunque la voglia utilizzare”. L’accordo in arrivo al cda del 22 marzo, dunque, sarà di tipo commerciale: le società di Tlc non diverranno socie di capitali.
La Repubblica