Abi, -16 mld di sofferenze nette tra 2015 e 2018

Assemblea annuale dell'Associazione Bancaria Italiana Nella foto il Ministro dell'Economia Tommaso Padoa Schioppa e il Governatore della Banca d'Italia Mario Draghi
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La redditività delle banche italiane è in recupero ma ancora inferiore al costo del capitale e rispetto alle previsioni dello scorso luglio l’Associazione prevede 3,8 mld di euro di utili in meno nel triennio 2016-2018. La crescita c’è ma è lenta: pil italiano 2016 e 2017 a +0,9% e nel 2018 a +1,2%

La crescita c’è, ma è su livelli contenuti. Per quest’anno e il prossimo si prevede una variazione positiva del pil italiano del +0,9%, di 2 decimi superiore a quella del 2015; per il 2018 si stima una crescita dell’1,2%, trainata dalla domanda interna. Si rafforza però il processo di miglioramento della qualità dell’attivo: lo stock delle sofferenze nette delle banche italiane dovrebbe ridursi di oltre 16 miliardi di euro tra il 2015 e il 2018. E la redditività degli istituto di credito è in recupero, ma è ancora insufficiente a remunerare adeguatamente il capitale investito. E’ quanto emerge in sintesi dal Rapporto di previsione Afo 2016-18, diffuso oggi dall’Abi.
Lo scenario diffuso dall‘Ufficio studi dell’Abi, costruito come di consueto insieme agli Uffici studi delle principali banche operanti in Italia, da un lato conferma l’uscita dell’economia italiana della recessione, dall’altro disegna comunque un ritmo di crescita lento, coerente con il quadro ciclico internazionale.
La crescita sarà trainata completamente dalla domanda interna, con la componente estera che fornirà un contributo marginalmente negativo. Buone dinamiche sono previste per i consumi delle famiglie (in crescita a un tasso medio dell’1,2% nei tre anni di previsione) e per gli investimenti (+1,8% il dato medio nel triennio). Ciò consentirà una crescita dell’occupazione e una riduzione di 1,2 punti percentuali del tasso di disoccupazione. invece la crescita dei prezzi rimarrà ancora molto contenuta, superando il livello dell’1% solo nel 2018.
Nello scenario dell’Ufficio studi dell’Abi si assume una conferma della forte azione della Bce per la salvaguardia della stabilità finanziaria e valutaria. Lo scenario dei tassi di interesse vedrà, infatti, una continuazione della politica dei bassi tassi di interesse a breve termine: il tasso euribor a 3 mesi dovrebbe risultare negativo lungo tutto l’orizzonte di previsione, collocandosi al -0,4% nella media del 2018.
Dato il contesto dei mercati finanziari, lo spread tra Btp e Bund dovrebbe collocarsi nella media di quest’anno a 1,4 punti percentuali, 2 decimi in più rispetto al dato del 2015, rimanere stabile su tale livello nel 2017 per poi tornare a scendere a 8 decimi di punto nella media del 2018. Tali dinamiche dovrebbero determinare un’ulteriore riduzione del differenziale tra tassi bancari sui prestiti e tassi sulla raccolta nel primo biennio di previsione.
Riduzione stock sofferenze anche al netto di dismissioni straordinarie
Quanto alle sofferenze nette quest’anno dovrebbero iniziare il processo di rientro, diminuendo del 2,2% rispetto al 2015; nel successivo biennio la riduzione dello stock dovrebbe accelerare e ciò anche in uno scenario al netto di eventuali operazioni straordinarie di dismissione di crediti deteriorati in grado di velocizzarne la fuoriuscita dai bilanci bancari. In termini assoluti si prevede, appunto, tra il 2015 e il 2018 una riduzione dell’ammontare delle sofferenze nette per oltre 16 miliardi di euro.
Tale riduzione, spiega l’Abi, unita a una ripresa della domanda di credito si tradurrebbe in una contrazione del rapporto sofferenze/impieghi, che nel complesso del periodo di previsione dovrebbe scendere per circa 1 punto percentuali, collocandosi nel 2018 al 3,6%, valore più basso dalla metà del 2013. La riduzione del rischio è trainata principalmente da una forte riduzione dei flussi in ingresso dei crediti in sofferenza che si associa a un’importante crescita dei flussi in uscita dallo stato di sofferenza e un contributo derivante anche dai prevedibili effetti positivi connessi alle recenti innovazioni legislative volte a velocizzare le procedure di recupero crediti oltre che quelli collegati all’introduzione di nuovi strumenti per facilitare la dismissione degli stock di crediti deteriorati.
Le attuali tensioni finanziarie, anche se viste rientrare in breve tempo, per l’Abi incidono sulla ripresa della redditività bancaria determinando, rispetto alle previsioni precedenti, flussi di ricavi più contenuti e una revisione in aumento degli accantonamenti sulle attività finanziarie e sui crediti. Inoltre il profilo di redditività rimane indirizzato verso la crescita, tuttavia rispetto alle previsioni dello scorso luglio si prevedono 3,8 miliardi di euro di utili in meno nel complesso del triennio 2016-2018. Nell’insieme la redditività del settore appare “in ripresa ma ancora inferiore al costo del capitale”.

Francesca Gerosa, MilanoFinanza