Ritorna nella sua città natale Cesare Lanza, il noto giornalista originario della città dei Bruzi, ospite del club Rotary di Cosenza. In occasione dell’appuntamento rotariano “Cosenza Eccellenza”, il giornalista si è raccontato accanto al Presidente del Rotary, Sergio Nucci ed all’esperta di libri Giovanna Baglione, nella sala del Royal Hotel.
Cesare Lanza, un uomo definito poliedrico e camaleontico, quest’anno festeggia il suo sessantesimo anno di giornalismo. «Vorrei parlare di Cosenza, città alla quale sono affezionatissimo» esordisce così, raccontando la sua esperienza, sin dal trasferimento con la famiglia prima a Montepulciano, dopo a Genova. A causa del rapporto conflittuale con il padre, a 17 anni decide di andar via da casa e trascorre due mesi, che lui stesso definisce bellissimi, nei vicoli di Genova vendendo porta a porta delle Bibbie. Fino a quando uno zio lo riportò sulla “retta via”, a Cosenza, dove lui visse finendo gli studi al liceo Telesio e continuando a lavorare come assicuratore.
Nel sangue però, Cesare Lanza aveva il giornalismo. Inizia la sua gavetta, non una qualunque. Giovanissimo, collabora con il quotidiano “il Tempo” come corrispondente da Cosenza assieme a Gino Sesti. Già a 23 anni circa fu assunto dal Corriere dello Sport e venne proposto a Nino Rovelli come direttore del quotidiano “il Giornale di Calabria“. Ma il «giovane dal talento straordinario» così definito da Antonio Ghirelli, rifiutò l’incarico. Un po’ per ingenuità, un po’ per timidezza, Lanza non si presentò all’appuntamento in quel caffè di via Veneto. Eppure, se avesse accettato, probabilmente si sarebbe stabilito a Cosenza anziché partire per il nord a cercare lavoro. Ma sarebbe diventato quello che è oggi? Un giornalista affermato, uno scrittore, un autore di programmi televisivi e regista cinematografico. Lo stesso che nei giorni scorsi ha predetto la vittoria di Trump a dispetto della maggior parte dei suoi colleghi che davano vincente la Clinton. E per quanto riguarda l’imminente referendum dice: «la mia previsione è che vincerà il no». Nonostante la domanda, non si esprime sull’attuale politica cosentina, ma ammette: «mi sarebbe piaciuto che il mio amico Lucio Presta non si fosse ritirato». Cesare Lanza non nega neppure la sua passione per le donne. «le adoro perché hanno un mistero insito» confessa, ma non gli piace essere considerato un tombeur de femmes. Sono singolari però i trucchetti che utilizzava per uscire con una ragazza, quando in passato c’era l’usanza di presentarsi a casa con un parente. «Conoscevo un vecchietto simpatico che in cambio di una colazione si presentava con me come mio zio. E così avevo il permesso di uscire» racconta divertito. Come quando ha portato le sue figlie in via Rivocati 108, la casa in cui è nato, ed ha detto: «qui hanno tolto una targa, perché la gente è invidiosa» e loro ci hanno creduto. Sicuramente la sua vita, lui stesso lo ammette, avrebbe potuto essere diversa rimanendo a Cosenza. Ma comunque «rimangono questi ricordi fantastici, di anni straordinari».
Maria Assunta Castellano, il Quotidiano