di CESARE LANZA
Scommettiamo che…? Alt! Oggi la sfida non arriva da me, ma nientemeno che da Vittorio Sgarbi; e bisogna raccoglierla. Il Gran Provocatore dice che l’esito del referendum in fondo non conta: anche se perderà, Renzi vincerà, a patto di raccogliere un consenso di voti tra il 30% e il 40%. La provocazione segue un ragionamento lineare: il 30-40% è suo, uno zoccolo duro, come si diceva una volta, assolutamente suo, importante e decisivo, in vista delle elezioni. Mentre gli altri partiti contano su quote di consenso inferiori, oggi si affiancano per imporsi col No nel referendum, ma in futuro, per il governo, non saranno di certo alleati. Stimo Sgarbi per la sua genialità e provo amicizia per lui per il generoso coraggio. Ma, in questa occasione, il ragionamento è fragile, lacunoso. Intanto, è probabile che altri – il Movimento 5 Stelle, tanto per fare un nome – raccolga un consenso superiore al partito di Renzi. Poi, escludo che il Pd, in caso di sconfitta del premier-segretario, resista alla tentazione di abbatterlo. E ancora: se Napolitano e Mattarella decideranno una buona volta di mollare Renzi al suo destino, non mancano le alternative per altre ipotesi di governo: le alleanze si trovano. Oppure, addirittura, torneremo ad assaporare il piacere di votare. Caro Sgarbi, in questo Paese è vero che spesso governa (è il caso di Matteo) chi non ha affatto vinto. Ma, alle elezioni, chi perde, perde: è la regola. E come per incanto si dissolve la folla – disgustosa – dei cortigiani e sostenitori (interessati) che sosteneva il perdente fino a un ora prima.
di Cesare Lanza, La Verità