La casa editrice di Piero Bacchetti ha ridotto notevolmente la forza lavoro nell’ultimo biennio. Nei primi mesi del 2016 ricavi a +18% e nuove testate
La casa editrice Edisport di Piero Bacchetti da un lato ha i ricavi in crescita del 18% nei primi mesi del 2016 e lancia nuove testate, dall’altro ha ridotto notevolmente la forza lavoro nell’ultimo biennio nonostante cinque anni di solidarietà intervallati da un anno di cassa integrazione.
Tra il 2014 e il 2015 la società ha tagliato tre giornalisti e cinque impiegati.
Poi dal marzo 2016 ha messo in mobilità undici impiegati. E circa due settimane fa ha licenziato altri due giornalisti.
Sempre tra il 2014 e il 2015 nella società controllata Comedi (che funge da concessionaria di pubblicità) sono saltati un dirigente, due quadri e sei impiegati. E altri cinque impiegati nella Edisport finanziaria, società che invece possiede al 100% Edisport editoriale.
Insomma, una drastica cura dimagrante per mettere i conti in ordine, soprattutto perché a fine 2015 il patrimonio netto della casa editrice era ormai ridotto a 217 mila euro, dopo tanti esercizi in perdita.
Tutto questo, però, non basterà a garantire la continuità aziendale: e, come commenta il sindaco unico nella sua relazione al bilancio, va attuato il progetto che porterà «a non trascurabili sinergie derivanti dalla eliminazione di duplicazioni e sovrapposizioni societarie e amministrative, con conseguenti risparmi di costi generali dovuti all’esercizio dell’attività imprenditoriale per mezzo di una società in luogo di due attuali.
La suddetta operazione garantirebbe la patrimonializzazione delle società e, quindi, salvaguarderebbe la continuità aziendale». Ridiscusso pure il contratto di leasing per l’immobile di Pero (Milano) dove ha sede la società editrice (che paga un canone di 564 mila euro annui) e affittata a terzi un’ala della sede stessa.
Il portafoglio testate di Edisport è di tutto prestigio, e va da Automobilismo a Motociclismo, da Runner’s World a Vela & Motore e Ciclismo. Tra il 2014 e il 2015 ha lanciato le nuove edizioni di Evo e di Men’s health, e nel febbraio del 2016 ha portato in edicola Cyclist, affidando, invece, il mensile Il tennis italiano a un service esterno.
Nel 2015 la casa editrice a incassato circa 10 milioni di euro (6,6 mln dalla vendita delle riviste, e 3,3 milioni dalla raccolta pubblicitaria), in calo di quasi l’11% rispetto al 2014. Il margine operativo lordo è negativo per 1,1 mln (era a -900 mila euro nel 2014) e l’esercizio chiude con una perdita di 575 mila euro, dopo il rosso da 700 mila euro del 2014. I debiti verso le banche sono scesi a 1,5 milioni, mentre quelli tributari sono più che raddoppiati a quota 1,9 milioni. A fine 2015 la forza lavoro era composta da un dirigente, 30 giornalisti a tempo indeterminato e 26 impiegati a tempo indeterminato.
di Claudio Plazzotta, ItaliaOggi